DONATI, Ignazio
Gran parte delle notizie riguardanti la vita di questo compositore restano, allo stato attuale degli studi, incerte. Nato a Casalmaggiore, in provincia di Cremona, intorno al 1575, i primi dati circa la sua attività risalgono agli anni 1596-1598, quando fu maestro di cappella presso la cattedrale di Urbino; qui tornerà, con il medesimo incarico, negli anni 1612-1615.
Numerosi altri furono i luoghi che lo videro attivo: nel 1600 fu a Pesaro, dove sembra sia stato anche organista; dal 1601 al 1605 a Fano; dal 1616 al 1617 lo sitrova presso l'Accademia dello Spirito Santo a Ferrara; dal 1618 al 1623 tornò nella nativa Casalmaggiore, sempre come maestro di cappella; dal 1623 al 1629 fu presso la cattedrale di Novara, come successore di Stefano Nascimbeni; nel 1629-1630 fu a Lodi e, infine, negli anni 1631-1633 svolse il suo incarico presso la cappella del duomo di Milano.
Questa lunga serie di spostamenti, dalle cappelle più periferiche fino a quella del duomo di Milano, che indubbiamente costituiva la massima aspirazione nella carriera di un maestro di cappella operante nel Nord dell'Italia, è indicativa del prestigio raggiunto dal D. negli ambienti musicali dell'epoca. Abbiamo inoltre notizia della sua appartenenza all'Accademia dei Filomeni, sotto lo pseudonimo di Auriga.
Morì a Milano il 21 genn. 1638.
Il D. fu particolarmente attivo nel campo della composizione sacra, estendendo il proprio interesse a tutti i generi al suo tempo praticati in quell'ambito, dalla messa al salmo, dal concerto ecclesiastico al mottetto. Proprio a quest'ultimo il D. diede il suo contributo più rilevante. La forma preferita fu quella del mottetto concertato per un numero limitato di voci, in genere da due a cinque, e basso continuo. Tutto ciò risulta facilmente comprensibile, se si tiene conto delle particolari condizioni in cui il D. svolse la propria opera di maestro di cappella. Il lungo girovagare, infatti, da una località all'altra, lo portò a contatto con diverse e spesso contrastanti disponibilità, oltre che con organici vocali di diversa qualità ed entità.
Particolarmente interessanti sono le avvertenze che egli prepose ad alcune delle sue opere; in esse, al di là della ridondante prolissità, è possibile scorgere utili indicazioni circa la pratica musicale del tempo, oltre a bonarie ma ferme risposte ai suoi detrattori.
Nei mottetti a più voci spesso riuscì a combinare un'indiscutibile abilità contrappuntistica con un naturale dono melodico, qualità difficilmente riscontrabile nella coeva produzione mottettistica. È questo il caso del Confitebor dall'Opera6, in cui, grazie all'alternanza di passi solistici con altri affidati a piccoli gruppi o all'intero organico, riuscì, nonostante l'uniformità del testo, a rendere il brano quanto più variato possibile.
Oltre ai mottetti per più voci, il D. compose anche due volumi di mottetti solistici, in cui rivelava, sia pure con estrema economia di mezzi, pari capacità. Nella prefazione, egli colse l'occasione per dare utili ed interessanti consigli circa l'insegnamento del canto: così nel Primo libro dei mottettia voce sola (1619), "da quali quei che desiderano imparare a portar la voce con gratia, et acquistar dispositione potranno ageuolmente da se prendere la maniera di cantar gratiosamente, far scherzi, passaggi, ed altri leggiadri effetti".
Ancora più interessante diventa il discorso nel Secondo libro dei motetti a voce sola per educazione dei figlioli et figliole, dove propose degli "Avvertimenti per poter insegnare: questi pochi Concerti, accomodati con passaggi che gli ho fatti per Educazione di figlioli et figliole, over Monache, et per quelli che non hanno dispositione naturale". Egli consiglia dapprima di "cercar di far solfeggiare bene il figliolo con voce gagliarda e piena..., reiterando le sudette note sempre un poco più, con più prestezza"; solo in un secondo tempo l'allievo dovrà passare al vocalizzo, per la migliore esecuzione del quale dovrà tener "la testa alta, con il guardo all'in su, la bocca mezza aperta per non perder fiato", sforzandosi di "non arcar le ciglia, non mover le labra, et di non far atto disdicevole nel volto".
Raramente il D. musicò testi patetici; il sentimento che sembra per lo più ispirare le sue composizioni è la gioia, come mostra ad esempio il mottetto pasquale Alleluja haec dies, nella raccolta del 1629.
Infine, oltre ai mottetti, vanno ricordati i due volumi di messe (1622, 1633), delle quali una venne eseguita, nel 1889 a Milano, per la celebrazione della festa di s. Carlo.
Tra le sue composizioni, tutte pubblicate a Venezia presso G. e A. Vincentì, si ricordano: Ignatii Donati Ecclesiae metropolitanae Urbini musicae praefecti Sacri concentus 1, 2, 3, 4 & 5voci una cumparte organica, 1612; Motetti a 5voci in concerto con due sorti di letanie della Beata Vergine & nel fine alcuni canoni, 1616 (rist. 1622, 1626); Concerti ecclesiastici a 2, 3, 4 & 5 voci con il basso per sonar nell'organo, op. 4, 1618 (rist. 1619, 1626, 1630); Concerti ecclesiastici a 1, 2, 3 & 4. Con il basso per l'organo, op. 5, 1618 (rist. 1622, 1625, 1630); Motetticoncertati a 5 & 6voci con dialoghi, salmi e letanie della Beata Vergine e con il basso continuoper l'organo, op. 6, 1618 (rist. 1627); Messe a 4, 5 & 6voci, parte da cappella e da concerto con il basso per l'organo, 1622; Salmiboscarecci concertati a sei voci, con aggiunta, se piace, di altresei voci, che servono per concerto, e per ripienodoppio, per cantare a più chori; con una messa similmente concertata e con il ripieno..., con ilbasso principale per sonar nell'organo, op. 9, 1623; Madre de quatordeci figli. Nihil difficilevolenti. Il secondo librode' motetti a 5v. in concerto ... Fatti sopra il basso generale di "Perfecta sunt inte", 1629; Le fanfalughe a 2, 3, 4 & 5 v., 1630; Il secondo libro delle messe da cappella a 4 et a 5, op. 12, 1633; Il primo librode' motetti a voce sola..., op. 7, Novamente corretta e ristampata, 1634; Li vecchiarelli e peregrini concerti a 2, 3 & 4 v., con una messa a 3 e a 4 concertata., op. 13, 1636; Il secondo libro de' motetti a voce sola ... Per educatione di figlioli et figliole, op. 14, 1636.
Le seguenti opere sono contenute in miscellanee: Quae est ista a 2, OMaria, dilecta meaa 3, in Z. Zanetti, Sacrae etdivinae cantiones 2 e 3 vocibus, ad organumdecantandae, Venezia1619, Benedicat nos Deus a 3, Exultavit cor meum a 2, Filiae Sion exultate a 2, Gaudebunt labia mea a 2, Hodie Spiritus Sanctus a 3, Odulcissime Domine a3, Quando natus est a 2, in D. Laurentio Calvo, Symbolae diversorum musicorum2, 3, 4 e 5 v. cantandae, ibid. 1621; Litanie a 5, 6, 7 e 8 se piace in Id., D. Ignazio Donati Rosarium litaniarum B. V., ibid. 1626; Dulcis amor Iesu a 5, Paratum cor meum a 5, in A. Profius, Erster ... e Ander Theil geistlicher Conzerten, Leipzig 1641; Languet anima mea a 5, in Jos. Müller, Vierdter und letzter Theil geistlicher Conzerten, ibid. 1646; Coloraturae taken fromIgnazio Donati's Concerten voce sola: O admirabile commercium, O filiDei suavissime forcanto ortenore, in Musica moderna prattica, s. l. 1653.
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