IGNAZIO patriarca di Costantinopoli, santo
Nacque a Costantinopoli nel 797. Figlio dell'imperatore Michele I Rangabe, quando Leone V l'Armeno rovesciò Michele (813-14), I., con il padre e con il fratello, fu costretto a farsi monaco mutando il suo nome Niceta in quello di Ignazio. Assunta la direzione del monastero di Proti (840) e fondati successivamente quelli di Plati, Iatros e Terebinto, ricevette gli ordini sacri e durante la persecuzione iconoclastica fu l'anima della resistenza contro l'imperatore Teofilo e contro il suo braccio destro, il patriarca Giovanni VII Lecanomante. Morto Teofilo (842) e Metodio (847), il successore che l'imperatrice Teodora aveva dato a Giovanni, I. salì al patriarcato. In un momento così delicato per la chiesa greca, I. mostrò subito di possedere più zelo e tenacia che non intelligenza e abilità, come prova la questione di Gregorio Asbesta, arcivescovo di Siracusa, da lui deposto. Prima che gli echi della faccenda, portata al giudizio della Santa Sede, fossero sopiti, il figlio di Teodora, Michele III, scosse la tutela della madre e assunse il potere spalleggiato dal conreggente e suo zio materno, il cesare Bardas. La depravazione morale di questo indusse I. a rifiutare a lui l'Eucarestia (epifania dell'858). Ma I. pagó cara la sua fermezza, ché, vinta la riluttanza di Teodora, Bardas fece deporre I., che dovette ritirarsi nel monastero di Terebinto (novembre 858). Altrove (v. fozio, XV, pp. 827-828) è narrata la lunga teoria di sorprusi mercé i quali il nuovo patriarca, Fozio, e l'imperatore cercarono invano di indurre I. a riconoscere il fatto compiuto. Salito al trono Basilio il Macedone (settembre 867), I. fu reintegrato, e la sede di Roma che, con Nicola II, non aveva mai cessato di tutelare i diritti di I., confermò, con Adriano II, la reintegrazione di I. definitivamente sanzionata nell'869 dall'VIII concilio ecumenico (IV di Costantinopoli). Subito dopo s'iniziò fra I. e la Santa Sede una controversia a proposito dell'organizzazione della Chiesa bulgara che I., seguendo in questo le direttive già seguite da Fozio, voleva esclusivamente affidata alla Chiesa greca. Il conflitto si fece più aspro con i papi Giovanni VIII e Adriano II. Quando, una lettera di quest'ultimo, minacciante a I. la scomunica e la deposizione qualora non avesse ceduto, raggiunse Costantinopoli, I. era morto ed era stato sostituito nella carica da Fozio.
La Chiesa greca e la Chiesa latina commemorano I. nel giorno anniversario della sua morte (23 ottobre 877).
Di I. non rimangono che le poche lettere indirizzate alla Santa Sede. La raccolta di canoni a lui attribuita è opera Ignazio di Nicea.
Bibl.: V. fozio e inoltre quella citata da R. Janin, in Dictionnaire de Théologie catholique, VII, Parigi 1922, coll. 713-722.