Ikhwan al-safa'
(«Fratelli della purezza») Autori (la loro identità non è certa) di una raccolta di 51 o 52 scritti intitolati Rasā’il ikhwān al-ṣafā’ wa Khullān al-wafā’ («Epistole dei Fratelli della purezza e degli amici della fedeltà»), adepti di una confraternita musulmana (sciita e forse ismailita) del sec. 10°, di carattere filosofico-religioso, con centro a Bassora nell’Iraq e collegata, secondo alcuni, col movimento politico-sociale dei Carmati. L’opera costituisce un’enciclopedia filosofico-religiosa, con un’eclettica mescolanza di neoplatonismo, astrologia, gnosticismo, dottrine, credenze e tradizioni dell’Islam. È divisa in quattro parti che riflettono i quattro generi delle scienze: propedeutiche, naturali, psichico-intellettuali, metafisiche-rivelate. L’opera dimostra una consapevole rielaborazione delle fonti antiche (Platone, Aristotele, Pitagora fra gli altri); in essa è centrale la teoria emanatista e la conseguente dimensione escatologica del ritorno a Dio che passa attraverso la conoscenza.