CAFFE, Il
, Titolo di un giornale lombardo del '700, diretto da Pietro Verri. Al ritorno in patria dalla Sassonia, questi fondò l'Accademia dei Pugni, alla quale appartenevano, fra gli altri, G.R. Carli, Cesare Beccaria, Alessandro Verri, Alfonso Longo, Paolo Frisi e Ruggero Boscovich. Da essa, nel 1764, oltre al celebre opuscolo del Beccaria, Dei delitti e delle pene, ebbe origine Il Caffè, periodico che si proponeva di diffondere le idee propugnate da quell'accolta di arditi ingegni. Fu questo il primo giornale italiano agitatore di idee, un foglio d'avanguardia, con il quale i giovani stretti intorno a Pietro Verri, ispirandosi all'Enciclopedia, si proponevano di dare una scossa alle tradizioni e ai pregiudizî letterarî, scientifici e sociali, trattando argomenti d'economia politica, d'agronomia, di storia naturale, di meteorologia, di scienze mediche e conducendo una lotta senza quartiere contro i pedanti e la pedanteria in ogni sua forma e manifestazione, cooperando efficacemente a restaurare la cultura del popolo italiano e a ridestarne la coscienza.
Il Caffè si stampava a Brescia, in territorio veneto, per sfuggire ai rigori della censura imperiale. Gli scrittori di esso si prendevano grandi libertà in materia linguistica usando di uno stile infiorato di francesismi, ma dimostrando spontaneità e vigoria grande di pensiero, partecipando al movimento di penetrazione delle teorie d'oltralpe in Italia: di quelle teorie cioè (Locke, Montesquieu, Condillac, gli Enciclopedisti) da cui il Verri e i suoi amici erano in quel momento dominati completamente.
Il Caffè suscitò vivaci opposizioni. Mentre veniva sostenuto da Saverio Bettinelli, Giuseppe Baretti sferrava contro i giovani e audaci innovatori e contro il loro periodico i più violenti attacchi giungendo nelle sue invettive a definire quest'ultimo "una buffoneria", ma non riuscendo ad impedire che il favore degl'intellettuali d'Europa si pronunciasse decisamente per l'ardita pattuglia capitanata da Pietro Verri, i cui articoli tolti dal Caffè venivano tradotti e inseriti nei giornali esteri. Il viaggio di Cesare Beccaria e di Alessandro Verri a Parigi fu la consacrazione ufficiale dalla fama acquistata dai redattori del Caffè, ma nello stesso tempo fu causa che, in seguito all'insanabile dissidio nato fra i due amici, si sciogliesse l'Accademia dei Pugni e cessasse, dopo due anni di vigorosa esistenza, il periodico milanese (maggio 1766).
Bibl.: E. Bouvy, Le comte Pietro Verri (1728-1796), ses idées et son temps, Parigi 1889; L. Ferrari, Del "Caffè", periodico milanese del secolo XVIII, Pisa 1899; L. Piccioni, Giornalismo letterario in Italia, Torino 1894; G. Natali, Il Settecento, Milano 1929, p. 266.