L’emittente satellitare Al Jazeera è nata nel 1996 per diretta volontà dell’emiro del Qatar Hamad bin Khalifa Al Thani, che ne finanziò le attività e ne promosse lo sviluppo tramite un decreto governativo. L’obiettivo della rete satellitare era, ed è, quello di fornire un’informazione indipendente sulle dinamiche mediorientali, che potesse essere accessibile a tutti i cittadini dei paesi arabi. Inizialmente, infatti, l’emittente trasmetteva esclusivamente in lingua araba e, in molti stati, ha costituito una voce alternativa rispetto a quella delle tv nazionali, fortemente controllate dagli apparati governativi dei singoli paesi. Il picco di notorietà è stato raggiunto dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, soprattutto in virtù del fatto che Al Jazeera ha più volte trasmesso i messaggi audiovisivi dei leader dell’organizzazione terroristica al-Qaida e di movimenti ad essa collegati. Nel 2003 l’emittente ha lanciato il proprio programma anche in lingua inglese, contestualmente al proprio sito internet. Attualmente Al Jazeera rappresenta una delle voci più seguite e attendibili in relazione alle questioni che riguardano l’area mediorientale, come dimostrato anche dall’attenta copertura degli eventi accaduti nel Maghreb all’inizio del 2011.
L’obiettivo dell’emittente di fornire opinioni e ricostruzioni dei fatti indipendenti rispetto ai governi degli altri paesi arabi, d’altro canto, ha creato più volte delle tensioni diplomatiche tra il governo del Qatar e quelli di altri paesi che, di volta in volta, hanno accusato Doha di ingerenze nei propri affari interni. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti hanno più volte accusato l’emittente di fomentare il radicalismo islamico, dando voce ai proclami di esponenti dei movimenti terroristici. Altro fattore di controversia rimane l’imparzialità della rete: diretta da un cugino dell’emiro, Hamad bin Thamer Al Thani, e finanziata direttamente dal governo di Doha, Al Jazeera è anche accusata di non trattare con la stessa indipendenza le questioni politiche e sociali del Qatar e di altri paesi del Golfo, così come le altre realtà arabe. L’emittente qatariana ha avuto un ruolo di primo piano nella crisi libica del 2011, fungendo da cassa di risonanza della protesta ed esercitando un ruolo guida nell’informazione e nell’orientamento dell’opinione pubblica internazionale contro il regime di Gheddafi, rivale storico dei paesi del Golfo. Il governo del Qatar ha, non a caso, esercitato una decisa azione di sostegno politico e finanziario nei confronti del Consiglio nazionale transitorio di Bengasi.