Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Polonia sono fortemente dipendenti dal petrolio e dal gas russo (tra l’80% e il 100%). Per accrescere la propria sicurezza energetica i membri del Gruppo di Visegrád mirano dunque a ridurre la dipendenza dalla Russia, anche in considerazione della circostanza che i flussi di petrolio e gas, transitando attraverso Bielorussia e Ucraina, sono soggetti a interruzioni a causa di vertenze bilaterali tra i due paesi e Mosca. Oltre ad aumentare l’efficienza energetica e la quota di energie interne rinnovabili, il Gruppo promuove progetti, come ad esempio il gasdotto Nabucco, che aprirebbero la possibilità di ricevere idrocarburi dalla regione del Caspio attraverso rotte non russo-centriche. Inoltre, il Gruppo di Visegrád ha elaborato alcuni progetti autonomi per le interconnessioni del gas: la costruzione di un gasdotto tra Repubblica Ceca e Polonia, che in futuro dovrebbe collegarsi ai paesi baltici, e di un gasdotto tra Slovacchia e Ungheria; la previsione di un collegamento tra tutti i membri del Gruppo; la progettazione di terminali rigassificatori sulle coste della Polonia e della Croazia, da cui si potrebbe importare gas naturale liquefatto dal Qatar e da altri paesi. Importante sarebbe anche la cooperazione nell’ambito dell’energia nucleare: la Polonia è l’unico paese del Gruppo che non produce ancora nucleare, ma il governo polacco sta discutendo circa la costruzione di tre impianti nucleari. Il Gruppo desidera inoltre rafforzare il mercato europeo dell’elettricità e del gas e promuove una politica europea sulle crisi energetiche, al fine di accrescere la sicurezza della regione. Nel settembre 2010 il Gruppo di Visegrád ha inviato una lettera al Commissario Eu per l’energia Günther Oettinger, affinché Bruxelles sostenga finanziariamente una serie di progetti di infrastrutture nel settore energetico.