(The merchant of Venice) Commedia in cinque atti di W. Shakespeare, scritta secondo alcuni nel 1594, secondo altri nella seconda metà del 1596. Fonti probabili sono Il pecorone di G. Fiorentino (pubbl. 1558, versione ingl. nel Palace of pleasure, 1566, di W. Painter), la versione di R. Robinson dei Gesta Romanorum (1577), e forse un dramma The Jew (1578) ora perduto, di cui parla S. Gosson.
Trama: il nobile veneziano Bassanio, dilapidate le sue sostanze, chiede un prestito al mercante Antonio per poter corteggiare l'ereditiera Porzia. Antonio, in attesa del ritorno delle sue navi, si fa prestare il denaro dall'usuraio ebreo Shylock che fa il prestito, a patto che se il denaro non sarà restituito il giorno convenuto, egli avrà diritto di prelevare una libbra di carne del corpo di Antonio. Porzia sposerà Bassanio ma, poiché le navi di Antonio sono naufragate, il debito non è pagato; Shylock reclama la libbra di carne che, secondo l'ironico ordine del giudice, potrà asportare, ma senza spargimento di sangue. Nell'impossibilità di fare ciò l'usuraio rinuncia e perde le ricchezze, che riavrà solo se si convertirà al cristianesimo e le lascerà, dopo la morte, alla figlia Gessica, fuggita per sposare un cristiano. Il complesso personaggio di Shylock, isolato e consapevole della sua diversità ed emarginazione, è stato spesso interpretato da attori che, esasperandone la tragicità, ne hanno fatto (come E. Kean) l'eroe di una razza perseguitata.