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Il Plan Colombia e la 'relazione speciale' con gli Stati Uniti

ATLANTE GEOPOLITICO (2012)
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Nel contesto geopolitico dell’America Latina odierna, dove la tradizionale egemonia statunitense è oggetto di duri attacchi o inedita concorrenza, la Colombia ha rappresentato più di ogni altro paese l’alleato più stretto degli Stati Uniti. Tale relazione per tanti aspetti ‘speciale’ maturò ai tempi della Guerra di Corea, quando la Colombia fu l’unico paese della regione a inviare truppe per combattere al fianco di quelle delle Nazioni Unite. Col tempo i rapporti tra i due paesi si sono sempre più consolidati, in quanto il conflitto intestino colombiano rimaneva una ferita aperta nella stabilità della regione, e la Colombia assurgeva a capitale del traffico di droga, perlopiù consumata negli Stati Uniti. Fu in tale contesto che nel 1999 il presidente Bill Clinton lanciò il ‘Plan Colombia’, un ambizioso piano volto a combattere il narcotraffico, la cui componente militare è andata col tempo imponendosi, ampliandosi sotto George W. Bush anche alla lotta contro la guerriglia. Da allora questo piano, cui col tempo è stata destinata l’enorme cifra di circa 7 miliardi di dollari, è divenuto da un lato il simbolo della stretta alleanza tra i due paesi, e dall’altro l’oggetto privilegiato degli strali delle correnti anti-Usa. Di recente, tuttavia, ossia dall’ascesa alla presidenza di Juan Manuel Santos, sembrano intravvedersi dei cambiamenti all’orizzonte, sia per effetto delle opposizioni interne agli Stati Uniti circa la ratifica di un trattato di libero commercio con la Colombia, sia per il desiderio del governo di Bogotà di alleviare le tensioni coi vicini e indurli alla cooperazione, sottraendo il paese all’isolamento cui l’ha sempre più costretto il rigido allineamento con Washington. Da ciò la ripresa di rapporti cordiali della Colombia con l’Ecuador, interrotti da quando le Forze armate colombiane avevano bombardato un accampamento della guerriglia in territorio ecuadoriano; e il miglioramento dei rapporti col Venezuela, spesso burrascosi al limite dello scontro armato negli anni della presidenza di Alvaro Uribe.

Vedi anche
District of Columbia (o Federal district) Distretto federale degli USA (178 km2 con 588.292 ab. nel 2007), coestensivo con la città di Washington, capitale del distretto, sede delle principali istituzioni di governo. Confina su tre lati per linee artificiali (a N, a S e a E) con lo Stato del Maryland, e a O, mediante il ... Juan Manuel Santos Calderon Uomo politico colombiano (n. Bogotà 1951). Discendente da una influente famiglia di editori della carta stampata, laureato in economia e business administration, giornalista, dal 1992 al 1994 fu ministro del Commercio e nel 2000 dell’Economia. Uscito dal Partito liberale (2004), si avvicinò al presidente ... guerriglia Tattica di guerra, condotta, con specifica conoscenza delle condizioni ambientali, da parte di formazioni di limitata entità, per lo più irregolari, contro le truppe regolari dello stesso Stato o di uno Stato estero; si sviluppa con imboscate, attentati, sabotaggi, attacchi di sorpresa e conseguenti ... Álvaro Uribe Vélez Uribe Vélez ‹urìbℎe béletℎ›, Álvaro. - Uomo politico (n. Medellín 1952). Dopo gli studî di diritto e scienze politiche all'univ. di Antioquia (1977) e la specializzazione alla Harvard Univ. (1993), è diventato prof. associato all'univ. di Oxford in Inghilterra (1998-99). Entrato giovanissimo in politica ...
Categorie
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Vocabolario
exit plan
exit plan ‹èksit plän› locuz. ingl. [comp. di exit «uscita» e plan «piano, progetto», quindi propr. «piano d’uscita»] (pl. exit plans ‹... plän∫›), usata in ital. come s. m. – Nel linguaggio giornalistico, piano strategico per uscire da...
contingency plan
contingency plan s. m. inv. Prospetto, previsione delle evenienze che possono verificarsi, secondo priorità logiche e scadenze temporali preordinate. ◆ Il vice di [Pietro] Lunardi si è mostrato ottimista sui 2.500 esuberi quantificati nel...
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