Il Principe, cinque secoli di un capolavoro
Pensato da Machiavelli come un manuale a uso del buon regnante 500 anni fa, fu a più riprese rimaneggiato, fino a essere pubblicato a stampa postumo 5 anni dopo la morte del suo autore, nel 1532.
Il Principe di Niccolò Machiavelli appartiene al genere dei capolavori postumi. Fu infatti pubblicato a stampa nel 1532, 5 anni dopo la morte del suo autore, in una versione che non sappiamo quanto quest’ultimo avrebbe considerato definitiva. Sino a quel momento era circolato in forma manoscritta in poche decine di copie. Sufficienti però a stimolare curiosità e attenzione per quello strano scritto, che, se dal punto di vista formale si riallacciava a un’antica tradizione, quella degli specula principis umanistici, sorta di manuali a uso del buon regnante pieni di consigli e insegnamenti edificanti, dal punto di vista della sostanza se ne distanziava parecchio, stante la crudezza, al limite del cinismo, di molte delle massime e delle riflessioni in esso contenute. La novità persino rivoluzionaria del testo non era sfuggita a un intellettuale all’epoca assai famoso, Agostino Nifo, che avendo avuto tra le mani uno dei codici nel 1523 ne pubblicò, a sua firma, un plagio in traduzione latina. Ma l’originalità del metodo e delle tesi del Principe era ben chiara soprattutto allo stesso Machiavelli, sin da quando ne diede l’annuncio – il 10 dicembre 1513 – all’amico e corrispondente Francesco Vettori, con una missiva che rimane tra le più belle e struggenti della letteratura italiana. In essa, dopo aver descritto la sua giornata, trascorsa tra piccole incombenze domestiche, conversazioni futili in osteria e ozi campagnoli, Machiavelli racconta di come, venuta la sera, egli si cambiasse d’abito per essere ricevuto nelle corti degli antichi uomini, dove conversava con questi ultimi di storia e di politica.
E spiega altresì quale sia il contenuto essenziale dell’opuscolo De principatibus che egli ha composto sommando nella sua mente la lezione dei classici letti con avidità sin dai suoi anni giovanili e l’esperienza dei 15 anni trascorsi alla guida della Seconda cancelleria fiorentina.
È proprio questo documento, l’unico nel quale Machiavelli parli espressamente del suo capolavoro, che ci consente di datare con esattezza Il Principe: ma solo per quel che concerne l’epoca della sua prima e originaria composizione, dal momento che la disputa su quando il testo sia stato effettivamente completato non ha mai trovato una soluzione filologicamente ineccepibile. Nel 2013 – tra l’estate e l’autunno – sono dunque caduti i 500 anni da quando Machiavelli, costretto all’esilio dopo il ritorno dei Medici e la conseguente caduta della repubblica retta da Pier Soderini, mise mano al testo che gli avrebbe dato fama imperitura. Una scadenza talmente tonda – mezzo millennio – da non poter passare inosservata. E dunque in tutto il mondo, a partire dall’Italia, si è presa a pretesto questa ricorrenza per eventi a vario titolo celebrativi dell’opera e del suo autore. Una miriade di appuntamenti difficili da ricordare per esteso, tra i quali sono spiccati – per qualità scientifica e impatto sul grande pubblico – quelli messi in cantiere dall’Istituto della Enciclopedia Italiana: la grande mostra Il Principe di Niccolò Machiavelli e il suo tempo. 1513-2013, organizzata a Roma presso il Vittoriano in collaborazione con Aspen Institut dal 25 aprile al 16 giugno (un grande successo, di critica e pubblico, per un’esposizione che ha messo insieme le opere di artisti quali Sebastiano del Piombo, Cristofano dell’Altissimo, Altobello Melone, Stefano Ussi, Jacopino del Conte, Gaetano Previati, ma anche medaglie e stampe, busti e arazzi, manoscritti e documenti d’archivio, reliquie e armature, statue lignee e codici miniati, nonché rarissime edizioni delle opere machiavelliane e paraphernalia contemporanei ispirati dal Fiorentino) e che è stata replicata in autunno negli Stati Uniti nel corso di 3 diversi appuntamenti espositivi; l’edizione del cinquecentenario del Principe uscita a giugno, curata da Giorgio Inglese e accompagnata dalla ristampa anastatica (un piccolo capolavoro d’arte tipografica) di un codice del Principe fra i più pregiati, il cosiddetto Vaticano Barberiniano; l’Enciclopedia machiavelliana in 2 volumi, in uscita nel 2014, diretta da Gennaro Sasso; la Bibliografia machiavelliana, un database nel quale far confluire – rendendolo poi consultabile per gli studiosi – tutta l’imponente letteratura critica internazionale dedicata al Nostro e sinora dispersa in bibliografie parziali.
Naturalmente una simile ricorrenza non poteva che vedere fortemente impegnata Firenze. Al comitato celebrativo promosso dal Comune e presieduto da Valdo Spini si debbono molte delle iniziative machiavelliane realizzate nel corso del 2013: rievocazioni storiche (per le vie fiorentine il 19 febbraio è stato letto il bando di cattura emesso nel 1513, in quello stesso giorno, contro Machiavelli per il sospetto che avesse congiurato a danno dei Medici), convegni (come quello internazionale svoltosi a Fiesole il 7-8 maggio), letture pubbliche e seminari didattici rivolti agli studenti, messe in scena dei lavori teatrali di Machiavelli, conferenze e dibattiti, nonché – programmati per il dicembre 2013, a conclusione dei festeggiamenti – un convegno sull’attualità dell’opera machiavelliana e una mostra basata su documenti e testi rari provenienti dagli archivi e dalle biblioteche della città.
Anche all’estero non sono mancate iniziative, per lo più di tipo accademico: dal Machiavelli Workshop promosso dall’Università di Princeton (7-9 febbraio) all’incontro di studi organizzato in Cina dall’Università di Tianjin (25-26 maggio). Ma di convegni, seminari e conferenze se ne sono svolti ovunque nel mondo. Senza contare, per concludere questa veloce rassegna, le ristampe del Principe nei diversi paesi e altre iniziative editoriali, come, sempre in Cina, la pubblicazione a stampa delle opere complete di Machiavelli, l’apparizione nelle varie lingue di nuove biografie e di saggi monografici sui diversi aspetti della sua opera o la comparsa (soprattutto nell’area anglosassone) di manuali, raccolte d’aforismi o romanzi storici variamente ispirati al suo pensiero. Machiavelli, decisamente, non meritava niente di meno.
I libri
Tra le più significative pubblicazioni dedicate a Machiavelli nel 2013 vanno ricordate:
Niccolò Machiavelli, Il Principe, nuova edizione a cura di Giorgio Inglese, Torino, 2013;
Gennaro Maria Barbuto, Machiavelli, Roma, 2013;
Joseph Markulin, Machiavelli: a Renaissance life, New York, 2013;
Alessandra Petrina, Machiavelli in the British Isles, Farnham, 2013;
Alan Ryan, On Machiavelli: the search for glory, New York, 2013;
Lucio Villari, Machiavelli. Un italiano del Rinascimento, Milano, 2013;
Maurizio Viroli, Scegliere il principe. I consigli di Machiavelli al cittadino elettore, Roma-Bari, 2013.