Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Agli inizi del XV secolo la Polonia-Lituania, con Ladislao Jagellone, è la più grande monarchia europea. I rapporti tra Polonia e Lituania vengono definiti a Vilna nel 1401. I Lituani e i Polacchi unificati combattono i cavalieri teutonici, infliggendo loro una durissima sconfitta nel 1411 a Tannenberg. Anche Casimiro nella seconda metà del secolo riprende la lotta contro i cavalieri teutonici, riducendoli a vassalli del re di Polonia. Gli Jagelloni a fine secolo sono all’apice della loro potenza.
La Polonia nel XV secolo: il più vasto Stato d’Europa
La Polonia-Lituania agli inizi del XV secolo è la più grande monarchia europea. Comprende i territori tra il Baltico e il Mar Nero.
L’incoronazione nel 1386 di Ladislao Jagellone come re di Polonia è da considerare un grande successo diplomatico della nobiltà polacca, che rende in questo modo indiscutibile il suo predominio sociale e attua l’unificazione della Polonia, della Lituania e di gran parte della Russia. In quest’unione, la nobiltà polacca si assicura progressivamente poteri considerevoli, diventando nel corso del secolo la base sociale di una democrazia nobiliare. Lo stesso Ladislao, pur essendo un sovrano potente, deve fare numerose concessioni durante il suo regno all’aristocrazia polacca, poiché è re di Polonia in quanto consorte di Edvige, figlia di Luigi d’Angiò. Deve, inoltre, assicurare la successione ai suoi discendenti, nati, peraltro, da matrimoni successivi a quello infruttuoso di prole con Edvige. La debolezza delle forze borghesi continua, inoltre, a essere la caratteristica della monarchia degli Jagelloni, segnando l’enorme differenza nell’evoluzione storica rispetto a regni vicini come quello di Boemia, dove la borghesia gioca un ruolo ben maggiore.
Il titolo di re di Polonia non è ereditario, ma elettivo. Teoricamente è l’intero corpo rappresentativo della Polonia a eleggere il re, ma sono i principali dignitari del regno di fatto a sceglierlo. Una volta formalmente eletto, il re si fa incoronare a Cracovia dall’arcivescovo di Gnienzno. Il re, purché rispetti gli statuti e i privilegi precedenti, detiene il potere legislativo, amministra la giustizia ed è a capo dell’esercito. Il Parlamento polacco, nel corso del XV secolo, prende la forma di due Camere: un Senato dove a fine secolo siedono soprattutto i vescovi e i grandi ministri e funzionari dello Stato; una Camera dei deputati, dove votano i nobili del regno.
Al tempo dell’unione con la Lituania si deve procedere anche a un cambiamento della politica internazionale polacca. Nel corso del XIV secolo, con Ladislao I e Casimiro il Grande si è perseguita un’alleanza con l’Ungheria in funzione antigermanica, contro l’impero guidato dai Lussemburgo e contro i cavalieri teutonici. Dal momento che sul trono ungherese sale Sigismondo di Lussemburgo, quest’alleanza si fa improponibile, quindi ancor più vitali per le sorti della Polonia sono la sua unione con la Lituania e una politica espansionista verso est ai danni della Russia.
I rapporti tra Polonia e Lituania vengono a essere definiti al congresso di Vilna del 1401, che deve stabilire la pace tra Ladislao e Vytautas. Questi viene nominato gran principe di Lituania a condizione che alla sua morte la Lituania torni ai discendenti di Ladislao. I Polacchi, a loro volta, si impegnano a eleggere i successori di Ladislao consultando i Lituani. Gli accordi rendono possibile una più accurata cooperazione tra i due Paesi nella lotta contro i cavalieri teutonici, i quali hanno l’appoggio dei re di Ungheria e di Boemia e dei signori della Pomerania, mentre Ladislao e suo cugino Vytautas possono contare solo sulle loro forze.
Gli eserciti si scontrano il 15 luglio 1409 nella battaglia chiamata dai Tedeschi di Tannenberg e dai Polacchi di Grunwald. La strepitosa vittoria polacca è da considerare come segno della reazione slava all’avanzata plurisecolare germanica. La vittoria, però, non viene opportunamente sfruttata, dando tempo ai cavalieri di riorganizzarsi e impedire l’invasione della Prussia. Il conflitto si conclude con una pace nel 1411. Sigismondo si ritira dal conflitto facendo alcune concessioni territoriali a Ladislao e rinunciando alle sue pretese sui territori russi e sulla Moldavia.
Nei decenni successivi la Polonia viene coinvolta nelle questioni ussite. Lo stesso Jan Hus ha predicato a Cracovia e i Boemi hanno visto con simpatia la politica antigermanica dei Polacchi. Al concilio di Costanza i delegati laici polacchi sostengono le posizioni ussite. Gli stessi ussiti moderati offrono il trono boemo prima a Ladislao e poi a Vytautas, ricevendo da entrambi un rifiuto. La Chiesa polacca peraltro spinge fortemente per lasciare al loro destino gli ussiti. Di fatto, dopo le prime simpatie, nel 1423 Ladislao emana decreti di repressione contro la diffusione delle dottrine ussite.
Il regno di Casimiro Jagellone
Ladislao Jagellone muore nel 1434, dopo aver sedato disordini nati in Lituania a seguito della morte di Vytautas. Lascia due figli, il primo dei quali ha appena dieci anni, viene eletto re di Polonia col titolo di Ladislao III e affidato alla tutela dei magnati di Polonia. Successivamente a Ladislao viene offerto anche il trono di Ungheria, mentre quello boemo è offerto a suo fratello minore Casimiro, evidenziando così quale livello di stima e celebrità ha conseguito la famiglia degli Jagelloni. La vicenda di Ladislao in Ungheria si rivela però sfortunata, poiché, trascinato nella guerra contro i Turchi. il giovane Ladislao muore sul campo di battaglia di Varna nel 1444.
In Polonia si hanno tre anni di interregno (1444-1447) dopo i quali Casimiro, fratello minore di Ladislao, viene eletto sovrano, regnando lungamente in Polonia dal 1447 fino al 1492.
Casimiro è un sovrano di elevate qualità, è stato ben educato e favorisce la cultura secolare e umanistica che trova nell’Università di Cracovia un vivacissimo centro, dove studia Niccolò Copernico. Casimiro si dimostra fin dall’inizio insofferente per le ingerenze del clero cattolico nelle questioni politiche polacche. Il clero polacco ha particolarmente contribuito negli anni del regno del fratello ad allontanare i Polacchi dalla guerra contro i cavalieri teutonici, non più sentiti come Tedeschi invasori, ma come un ordine religioso e in quanto tale da rispettare. Casimiro, invece, vuole riprendere la guerra contro i teutonici, per giungere a un confronto finale che tagli definitivamente il problema. Può, peraltro, contare sul fatto che nelle regioni sottomesse all’ordine si è andata diffondendo una forte insofferenza verso i cavalieri e sono molti a guardare con simpatia alla Polonia e ai suoi ordinamenti di libertà. Numerosi ribelli inviano petizioni perché la Prussia e la Pomerania vengano annesse alla Polonia. Inizia una guerra che si protrae per 13 anni, fino alla battaglia decisiva del 1462 a Puck, cui fa seguito la conquista delle principali fortezze teutoniche e la caduta del loro quartier generale di Marienburg.
Con il trattato di Thorn nel 1466, l’ordine deve cedere la Pomerania e la parte occidentale della Prussia con la fortezza simbolo di Marienburg.
La Prussia orientale con capitale Königsberg resta al Gran Maestro, il quale però deve riconoscersi come vassallo della Polonia. La Polonia ha raggiunto il Baltico. Lo sbocco verso il mare e il porto di Danzica offrono l’opportunità di collocare la massa di grano polacco sul mercato occidentale. La crescente domanda di grano muta non poco i rapporti nelle campagne. Nel secolo precedente le condizioni dei contadini polacchi erano tra le migliori nell’Europa orientale, ma con la seconda metà del XV secolo si registra un progressivo e accentuato processo di sfruttamento, proprio in seguito alle nuove opportunità offerte ai grandi proprietari terrieri dalla domanda di grano, che impone forme di produzione intensive. Parallelamente si tende a limitare l’autonomia e i diritti dei contadini. Tra il 1493 e il 1496 si introducono leggi che proibiscono ai contadini di abbandonare i loro villaggi. I contadini vengono quindi completamente assoggettati alla giurisdizione dei loro signori, precipitando verso una condizione servile.
Dopo il 1490 gli Jagelloni sembrano essere la forza preponderante nell’Europa dell’Est. Casimiro è infatti riuscito a far designare suo figlio Ladislao Jagellone re di Boemia nel 1471 e di Ungheria nel 1490, mentre la Polonia elegge re il figlio Giovanni Alberto , e il terzogenito Alessandro viene eletto Gran principe di Lituania.