Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La Scozia deve combattere duramente nel Trecento contro gli Inglesi per la propria indipendenza. Gli Stuart, che si affermano nel 1371, nel Quattrocento continuano a lottare contro gli Inglesi e contro gli altri clan e in funzione antinglese stringono alleanze con i Francesi e con la Chiesa. La riorganizzazione amministrativa e giudiziaria, lo sviluppo economico e culturale, grazie anche alle tre università, contribuiscono al rafforzamento della monarchia.
La lotta per l’indipendenza
Il re d’Inghilterra Edoardo I per controllare la Scozia insedia sul trono nel 1291 John Balliol, ma gli Scozzesi si ribellano. Edoardo riesce ad annettere la Scozia all’Inghilterra nel 1303, gli Scozzesi però nel 1306 si scelgono come re Robert Bruce, rendendo così inevitabile la guerra. Bruce guida i rivoltosi con l’appoggio del clero, contrario alla concessione dei benefici agli Inglesi, e i predicatori scozzesi paragonano la lotta contro gli Inglesi alle crociate contro i musulmani in Terrasanta. Bruce sconfigge gli Inglesi a Bannockburn nel 1314.
Con il trattato di Northampton del 1329 Edoardo III riconosce alla Scozia l’indipendenza, ma dopo la morte di Bruce tenta di riprenderne il controllo, favorendo l’ascesa al trono di un altro Balliol, Edoardo, che mantiene il potere in modo instabile e discontinuo dal 1333 al 1356. Gli Scozzesi gli oppongono fra il 1333 e il 1346 David II Bruce, figlio di Robert e della seconda moglie Elisabeth de Burgh. Edoardo Balliol è sconfitto ad Annan da Archibald Douglas, a sua volta sconfitto e ucciso a Halidon (1333). David II è fatto prigioniero dagli Inglesi nel 1346 a Hill Neville’s Cross; viene liberato dopo dieci anni e con il trattato di Berwick reinsediato sul trono, che tiene dal 1356 fino alla morte, nel 1371. Gli succede il nipote Robert II: incoronato nel 1371, dà inizio alla dinastia degli Stuart.
L’affermazione degli Stuart tra lotte e congiure
Robert II Stuart persegue una politica antinglese e si allea con la Francia. Nel 1378 si schiera a favore del papa avignonese Clemente VII, eletto dai cardinali francesi nel conclave di Fondi in opposizione a Urbano VI, riconosciuto dall’Inghilterra. Nel corso della guerra dei Cent’anni la Scozia appoggia la Francia contro l’Inghilterra.
Alla morte di Robert II, il potere passa al figlio John, conte di Fife, che assume il nome di Robert III di Scozia, ma affida il comando al fratello Robert, primo duca di Albany. Nel 1399 gli oppositori sostengono la candidatura di David Bruce, che viene nominato governatore del Regno dagli Stati riuniti a Perth. Il re Robert III di Fife sfida Bruce in campo aperto e lo sconfigge a Falkland, condannandolo a morire d’inedia. Il duca di Albany non rinuncia al potere e per non avere concorrenti invia in Francia il nipote Giacomo, figlio di Robert III ed erede al trono. Giacomo è catturato dai pirati per volere di Enrico IV e condotto prigioniero a Londra: diventa re durante la prigionia, all’età di 12 anni, in seguito alla morte del padre nel 1406. Giacomo I rimane prigioniero degli Inglesi per 12 anni, prima rinchiuso nella Torre di Londra, poi accolto a Windsor da Enrico V.
La Scozia è governata dal duca di Albany, zio di Giacomo I, fino al 1420, anno della sua morte, quindi dal figlio Murdoch fino al 1424. Sono anni di lotte tra i clan. Si rafforzano i Douglas, che posseggono importanti territori di confine a sud, e i Lord delle Highlands. Durante il piccolo scisma d’Occidente la Scozia sostiene, come la Francia, il papa avignonese Benedetto XIII.
La Francia ritira la sua fedeltà al pontefice nel 1408, mentre la fedele Scozia ottiene nel 1414 la Bolla che istituisce l’Università di Saint Andrews, la prima, che consente ai giovani di studiare nel proprio Paese senza recarsi a Parigi, sede solitamente preferita a quelle inglesi di Oxford e di Cambridge. Quando il concilio si riunisce a Costanza, i reggenti dell’università consigliano al duca di Albany di abbandonare Benedetto XIII per Martino V.
Nel 1424 Giacomo I Stuart sposa Joan Beaufort, figlia di John Beaufort, conte di Somerset e nipote di Enrico IV, conosciuta alla corte di Windsor, e viene liberato grazie al riscatto di 40 mila scudi e alla promessa di pace perpetua. Ritornato in Scozia, Giacomo prende il potere e fa giustiziare nel 1425 il cugino Murdoch. Riporta l’ordine, perseguitando i nobili riottosi, riorganizza l’amministrazione giudiziaria e insedia una corte per i processi civili. Riordina le finanze, ma l’aumento delle imposte suscita il malcontento della popolazione, che vive miseramente – le abitazioni sono capanne con tetti di frasche e porte di pelle di bue, secondo la descrizione di viaggio fatta da Enea Silvio Piccolomini, futuro papa Pio II.
Giacomo I vuole fare del Parlamento uno strumento di controllo della corona e per questo obbliga i grandi proprietari a partecipare alle sedute, ma incontra resistenze al suo progetto. Si infrange anche il suo proposito di sottomettere la feudalità del Nord. Lo stesso clero è diviso in due schieramenti, al seguito di Martino V e di Eugenio IV, durante il concilio di Basilea. Giacomo I fornisce aiuti a Carlo VII, re di Francia, impegnato a combattere contro l’Inghilterra in quella che è la fase finale della guerra dei Cent’anni, e cementa l’alleanza con l’accordo per il matrimonio dei rispettivi figli, Margherita e il delfino Luigi, futuro Luigi XI . Margherita di Scozia si trasferisce nel 1435 in Francia, dove il matrimonio è celebrato l’anno seguente.
Gli oppositori di Giacomo I, guidati da Robert Graham, organizzano una congiura per assassinarlo e insediare sul trono Walter Stuart, governatore di Atholl. I congiurati riescono a eliminare il re, anche se sono catturati e giustiziati.
Sale quindi al trono un fanciullo di sette anni, Giacomo II, figlio del defunto sovrano e di Joan Beaufort e la reggenza è assunta da James Kennedy, vescovo di Saint Andrews. La città di Edimburgo viene proclamata capitale del regno. Le lotte per il controllo del potere coinvolgono le potenti famiglie dei Chrichton e dei Douglas-Livingstone. Archibald Douglas, duca di Turenna, entra nel consiglio di reggenza e diventa luogotenente generale: affida il governo ad Alexander Livingstone e a William Chrichton. Alla morte di Archibald Douglas, la regina sposa James Stuart di Invermeath per difendersi dallo strapotere dei due reggenti, ma poco dopo è sequestrata con il consorte nel castello di Stirling. I Douglas sono sconfitti, ma è proprio un Douglas a eliminare William Chrichton.
Giacomo II prende il potere all’età di 19 anni; sposa Maria di Egmont di Gheldria e persegue la politica paterna antinobiliare facendo decapitare molti nobili riottosi. Con l’appoggio francese si libera di Alexander Livingstone, di William Douglas, in lotta con il cancelliere Chrichton, e di James Douglas, di cui fa confiscare i beni. Deve quindi fronteggiare una nuova ribellione nobiliare; dopo tre anni i Douglas, sconfitti ad Arkinholm nel 1455, fuggono in Inghilterra. In questi anni di lotte la politica culturale della monarchia è favorita dalla fondazione nel 1451 della seconda Università a Glasgow, attivo centro commerciale sull’estuario del Clyde, da parte del vescovo William Turnbull che ha ottenuto la Bolla dal pontefice Niccolò V. Giacomo II favorisce le riforme legislative intraprese dal padre e sostiene l’amministrazione, che si avvale di personale preparato. Combatte contro l’Inghilterra e chiede aiuto al vecchio alleato di suo padre, il re di Francia Carlo VII, che Giacomo I ha aiutato contro l’Inghilterra. La sorella Margherita, nuora di Carlo VII, è scomparsa nel 1444, pertanto non vi è alcuna possibilità di mediazione. Il re di Francia rifiuta gli aiuti militari. In Inghilterra è iniziata la guerra delle Due Rose tra le casate York e Lancaster e Giacomo II si allea con gli York contro i Lancaster, che sostengono i Douglas contro di lui. Giacomo II assedia nel 1460 il castello di Roxburgh, importante piazzaforte in mano agli Inglesi, che riconquista, ma è ucciso da una palla di cannone: l’artiglieria infatti si è affermata prepotentemente nella conduzione dalla guerra.
L’erede, Giacomo III, figlio di Giacomo II e di Maria di Egmont ha solo nove anni e il governo è affidato, come durante la minorità di suo padre, a James Kennedy, vescovo di Saint Andrews, che l’esercita per cinque anni, fino alla morte, avvenuta nel mese di luglio del 1465. Nel 1462 due potenti signori, John, Lord of the Isles, e Douglas, ritornato dall’esilio, si accordano per spartirsi la Scozia e farne due Stati vassalli dell’Inghilterra, ma l’alleanza fallisce. Dopo la morte di Kennedy, Giacomo III affida il governo a dei favoriti, creando malcontento nella nobiltà. Nel 1469 sposa Margherita di Danimarca, figlia di Cristiano I e di Dorotea di Brandeburgo, che porta in dote le isole Orkney e Shetland, conquistate ai Norvegesi e passate ai Danesi: la Scozia raggiunge così la sua massima estensione territoriale. Nel 1472 Saint Andrews è elevata ad arcivescovado.
Il re deve controllare un’opposizione sempre più dura, organizzata dai suoi stessi fratelli, il conte di Mar e Alexander, duca d’Albany. Giacomo III fa assassinare il conte di Mar, ma non raggiunge Alexander, che fugge in Francia nel 1479, da qui passa in Inghilterra e rende omaggio al re Edoardo IV, che nel 1482 gli fornisce aiuti per riconquistare il trono scozzese. Nel 1482 cade la fortezza di Berwick: Giacomo III è fatto prigioniero ma è liberato dal fratello Alexander. I nobili, guidati da Archibald Douglas, quinto conte di Angus, appartenente al ramo cadetto della potente famiglia, invece di difendere la Scozia dagli Inglesi, preferiscono sbarazzarsi di Robert Cochrane, uno dei favoriti del re. Nel 1487 il re stipula il concordato con Innocenzo VIII, che riconosce ampi poteri al sovrano in materia di benefici. I nobili si coalizzano contro di lui, decisi a privarlo del trono proclamando re suo figlio Giacomo, che accetta. Giacomo III affronta i ribelli, ma è sconfitto e ucciso l’11 giugno 1488 nella battaglia di Sauchieburn, presso Stirling.
La pace instabile con l’Inghilterra
Giacomo IV, nato a Stirling Castle il 17 marzo 1473, è incoronato re a Scone il 26 giugno 1488, all’età di 15 anni, perciò il potere è esercitato dal cancelliere Archibald Douglas, conte di Angus, artefice della rivolta. Sotto la sua guida il re promuove lo sviluppo economico e commerciale, fondando due nuovi cantieri navali e dotando la Marina reale di 38 battelli. Nel 1489 deve fronteggiare una rivolta nobiliare, cui partecipa tra gli altri Walter Kennedy, legato alla corte e ai circoli politici inglesi, frequentati dal tempo degli studi a Oxford, dove si è laureato nel 1478. Nel 1492 viene creato il secondo arcivescovado a Glasgow, che con quello di Saint Andrews alimenta rivalità e gelosie invece di consolidare le strutture della Chiesa. Nel 1494 la Scozia ottiene la sua terza università, ad Aberdeen, sul fiume Don, porto peschereccio del Mare del Nord.
Giacomo IV, che ha rafforzato il suo potere sottomettendo nel 1493 il Lord of the Isles, stabilisce buoni rapporti con Enrico VII Tudor, il nuovo re d’Inghilterra che ha preso il potere nel 1485 dopo la trentennale guerra civile. Nel 1502 i due sovrani sottoscrivono un trattato di pace perpetua e iniziano le trattative di matrimonio tra Giacomo IV e Margherita Tudor, figlia di Enrico VII. William Dunbar, poeta scozzese di corte, scrive la poesia In Honour of the City of London e in occasione del matrimonio, celebrato a Edimburgo l’8 agosto 1503, Dunbar compone il poema The Thrissill and the Rois, che celebra l’unione del cardo scozzese con la rosa inglese. Con il matrimonio Giacomo IV acquisisce il diritto di successione al trono inglese, che andrà – un secolo più tardi – a beneficio del nipote Giacomo VI di Scozia, ovvero Giacomo I d’Inghilterra, alla morte senza eredi di Elisabetta Tudor. La pace è di breve durata. Alleato di Luigi XII re di Francia, in lotta con Enrico VIII, Giacomo IV combatte contro gli Inglesi: si scontra con l’armata inglese, guidata da Thomas Howard, secondo duca del Surrey, nella battaglia di Flodden Field, nella contea di Northumberland. Giacomo IV muore sul campo il 9 settembre 1513. La vedova Margherita Tudor sposa Archibald Douglas, sesto conte di Angus. Il regno è controllato da una minoranza turbolenta e incapace.