Il regno dei Franchi dal trattato di Verdun alla sua disgregazione
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
In seguito al trattato di Verdun il regno franco si scompone in tre parti (orientale, centrale, occidentale). Ne deriva un periodo di grande instabilità politica dovuta ai numerosi contrasti tra gli eredi di cui approfittano popoli invasori come i Normanni scandinavi che si stabiliranno poi nella futura Normandia. Tali forze di disgregazione, interne ed esterne, porteranno ben presto il regno alla disgregazione. Ma il senso di unità che si è costituito nei territori appartenenti al regno non va perduto, anzi si è perpetuato nei secoli fino all’età moderna.
La ripartizione seguita al trattato di Verdun nell’843 conferma a Lotario il titolo imperiale, l’Italia, la Borgogna, la Provenza e la Lotaringia, a Carlo il Calvo è garantito il regno occidentale (nucleo di quello che diventerà il regno di Francia), a Ludovico il Germanico è assegnato il regno orientale (nucleo del futuro regno di Germania). Sebbene abbia comportato un ingrandimento della parte orientale del regno oltre il Reno, tale accordo comporta una disparità, in quanto i territori occidentali assegnati a Lotario e Carlo risultano complessivamente non solo più ampi per estensione e più popolati, ma anche culturalmente più progrediti. È proprio da queste regioni, infatti, che sorgeranno e si diffonderanno notevoli impulsi di rinnovamento spirituale e religioso. Tuttavia nel giro di qualche anno si arriva a un progressivo ampliamento del regno orientale: infatti, alla morte di Lotario I il suo regno è diviso in un primo momento in tre parti (Lotaringia,Borgogna, Italia) assegnate a ciascuno dei tre eredi; poi nell’870, con la morte di uno di essi (Lotario II), la Lotaringia con il trattato di Meersen viene ancora divisa tra Carlo il Calvo e Ludovico II il Germanico, per poi essere nuovamente riunita nell’880 (trattato di Ribemont) sotto l’impero orientale.
La parte centrale e quella occidentale, inoltre, sono a lungo indebolite da continue e sanguinose invasioni dei Normanni scandinavi (Nordmänner). Temporanei successi, come la vittoria (celebrata nell’881 nel poema Ludwigslied, Il canto di Luigi in antico tedesco) riportata dal giovane re della Franconia occidentale,Ludovico III sui Normanni presso Saucourt, sono ottenuti con l’aiuto dei Franchi orientali. Nel 911, infine, i Normanni conquistano un proprio dominio (la futura Normandia) all’interno del regno occidentale, fino ad allora carolingio.
Nello stesso anno, con la morte di Ludovico IV il Fanciullo, si estingue la linea orientale dei Carolingi, senza che sia avvertito il bisogno di ricorrere al re occidentale. Il regno dei Franchi giunge così alla propria dissoluzione.
Nel 875, alla morte del primogenito di Lotario I, Ludovico II, re d’Italia e unico erede del titolo di imperatore, Carlo il Calvo attraversa le Alpi e scende in Italia, dove riesce a farsi nominare imperatore, succedendo così ai Carolingi del regno centrale. Quest’operazione non è gradita dal fratello Ludovico il Germanico che, invece, vuole garantire la successione imperiale al figlio Carlomanno di Baviera: questi, infatti, varcherà il Brennero deciso a contrastare lo zio.
Tra l’876 e l’877 Carlo il Calvo tenta di annettere militarmente il regno di Ludovico il Germanico, morto senza eredi diretti nell’876, come nell’859 aveva fatto lo stesso Ludovico nei confronti del fratello, che, tuttavia, con il sostegno della Chiesa era riuscito a resistere. Nell’877, la morte interrompe le sue attività di conquista: nell’881 un figlio di Ludovico il Germanico, Carlo il Grosso vede farsi concretamente possibile il progetto di acquisizione del potere e riesce a unire ancora una volta il regno franco orientale con quello occidentale, ma solo per pochi anni. Ben presto, infatti, nel 887 a Francoforte, viene destituito dai principi tedeschi per incapacità, dovuta a malattia. I principi non vogliono assolutamente un re franco dell’Occidente ed eleggono imperatore nell’896, sempre a Francoforte, il discendente della linea franco-orientale in Baviera,Arnolfo di Carinzia, figlio illegittimo di Carlomanno, che già si era distinto combattendo contro i Normanni sul Dyle in Belgio. La sua elezione segna la nascita della storia tedesca.
La Franconia dell’età merovingia si divide in un regno dei Franchi occidentali, di lingua romanza (Francia), e uno dei Franchi orientali, di lingua germanica (Germania), oltre a un territorio della Francia meridionale (Borgogna) e uno italiano-longobardo.
La perdita dell’unità, sia che la si consideri involontariamente subita o frutto di una consapevole rinuncia (atteggiamento, quest’ultimo, che alcuni hanno ritrovato già ai tempi di Ludovico il Pio) non può e non riesce a cancellare il ricordo dell’antica grandezza. L’orgoglio dei Franchi e dei loro grandi sovrani e condottieri continua a vivere incontaminato, più o meno palesemente, in molte istituzioni statali costituite nello spazio della vecchia Franconia; sopravvive nei testi letterari, nel sentire popolare testimoniato dalle leggende, dalle storie, dalle poesie trasmesse dalla tradizione orale in Francia, Germania e Italia.
Di minore entità, invece, sono le ripercussioni di tale dissoluzione nel territorio italiano-longobardo che solo nel VIII secolo è stato inglobato con la forza e che, quindi, non ha maturato tale profondo senso di orgogliosa appartenenza. Anche nell’Oriente tedesco la perdita dell’unità non assume connotazioni rilevanti tra le popolazioni locali, al contrario la conquista di una nuova autonomia sembra venga riconosciuta positivamente ben presto, e anzi sottolineata, dall’elezione del re (avvenuta per la prima volta nell’887 a Francoforte) e dall’attribuzione immediata, non nei testi letterari ma diffusa nelle fonti popolari, delle denominazioni di Deutsche Lande (terre tedesche), Deutschland, Deutsches Reich, tutte definizioni che introducono il concetto della pari dignità tra le stirpi tedesche e i Franchi.
Il ricordo vivo e operante del prestigio e dell’orgoglio franco è evocato, invece, nel regno ingrandito dei Franchi orientali, del quale fa parte la città di Aquisgrana, laddove si assume con forza l’idea di un rinnovato, o, meglio ancora, attuale Impero romano che si manifesta nella successione di Carlo Magno.
Più a lungo, e comprensibilmente, la memoria di una discendenza dai Franchi continua a vivere nell’Ovest francese, regno di Carlo il Calvo (in tedesco Kerlingen) con la sua monarchia ereditaria franco-francese, che mantiene e attribuisce valore alle proprie antiche tradizioni; qui l’onomastica e la moda di acconciare i capelli esibiscono, quasi fino alla fine del regno, l’orgoglio della discendenza da Clodoveo, primo re dei Franchi: cattolico, merovingio e dai capelli lunghi. Ancora oggi Parigi, capitale di Clodoveo, è strettamente legata, nella cultura, nel costume, nelle tradizioni, alla Gallia settentrionale, segnata dal dominio franco-cattolico, mentre il territorio franco-orientale di lingua tedesca troverà in Francoforte (il cui nome fa, appunto, riferimento al passato franco-tedesco), con la rivoluzione tedesca del 1848, la propria capitale. Tuttavia, sia Francoforte che Aquisgrana cederanno la loro funzione di capitale a centri nuovi più a est comeBerlino e Vienna. Anche nell’Est della Francia il passato merovingio e soprattutto le figure dei primi re cristiani non saranno dimenticati e per molto tempo resteranno nella cultura, popolare e non, nelle leggende, nei costumi. Così sopravvive, ad esempio, l’aggettivo “franco” nel nome dell’eroe leggendario Hug-Dietrich (Il franco Dietrich) che dà il titolo a un poema molto diffuso. E i nomi regali dei re merovingi, Carlo, Ludovico e Lotario, saranno ripresi e attribuiti ai propri figli da tutti i sovrani del regno franco d’Oriente, dal primo re carolingio, Ludovico il Germanico, all’ultimo, Ludovico il Fanciullo.
La politica e le scienze storiche, dopo gli eccessi nazionalsocialisti e sciovinistici delle due guerre mondiali, si sono appropriate del tema dei Franchi in una maniera singolare: si sono riconosciuti nei Franchi (e ormai si tratta di un luogo comune, senza che ci si renda ben conto di come sia nata questa associazione) – e soprattutto in Carlo Magno – i precursori dell’Europa di oggi; tale interpretazione ha origine in Francia, ma è presto imitata anche in Germania e diffusa in tutta l’attualeEuropa.
Dopo aver seguito le vicende dei re Franchi possiamo effettivamente affermare che in quell’area geo-politica che attualmente definiamo Europa sembra delinearsi dal regno di Carlo Magno ad oggi una specie di unico filo conduttore costituito da un continuo alternarsi tra le istanze di unità e quelle di differenziazione, e che, in questo quadro storico che attraversa eventi e secoli, tali tensioni vengano a concretizzarsi non solo sul piano politico o squisitamente territoriale, ma – forse più profondamente – vadano a radicarsi sul piano culturale e linguistico, generando quella complessa e variegata civiltà europea di cui siamo parte.