Il Santo Sepolcro
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Costantino e la madre Elena avviano a Gerusalemme, attorno al 326, la costruzione di un complesso monumentale articolato in due chiese, allineate su un medesimo asse, nei luoghi della morte e resurrezione di Cristo. La data di consacrazione che si trasmette, 335, non è indicativa del termine dei lavori, che proseguono ancora per qualche decennio dopo la morte di Costantino.
Muovendo da est verso ovest, ai propilei affacciati sul cardo massimo della città fanno seguito un atrio che immetteva in una basilica a cinque navate, dotata di gallerie, nota con il nome di Martyrium, eretta sopra la “cisterna” in cui sarebbero state trovate le croci di Gesù e dei due ladroni. A ovest, un cortile con portici su tre lati, dove era ubicata la roccia del Golgota, separa il Martyrium dalla rotonda detta Anastasis (“Resurrezione” in greco) contenente al suo interno l’edicola del sepolcro di Cristo. Il dado di roccia che racchiude la tomba era stato isolato, e attorno ad esso gli architetti di Costantino avevano costruito un tabernacolo circolare con tetto conico, colonne addossate e un piccolo portichetto chiuso da cancellate. L’Anastasis replicava un impianto martiriale che discendeva dalla tradizione del mausoleo-heroon: lo spazio centrale era diviso dal circostante deambulatorio anulare, dotato di matroneo, per mezzo di gruppi di tre colonne intervallati sugli assi da doppi pilastri. La rotonda era intersecata a est da un muro rettilineo che si apriva con ben otto porte verso il cortile del Golgota, mentre a nord, ovest e sud sporgevano tre absidi. Il battistero e l’episcopio erano collocati con ogni probabilità rispettivamente a sud e a nord della rotonda. Nel 614 Gerusalemme venne saccheggiata dai Persiani, e passò sotto il dominio arabo nel 638. Gli studi più recenti tendono a sminuire i guasti che Anastasis e edicola della tomba subirono in questa fase. Gravissimi furono invece i danni provocati nel 1009 dal califfo fatimide di Egitto al-Hakim (985-1021?): la basilica a cinque navate fu rasa al suolo e mai più ricostruita, la rotonda e l’edicola parzialmente distrutte. La ristrutturazione del complesso iniziò presto, già nel 1012, e fu completata attorno al 1040 dall’imperatore bizantino Michele IV Paflagonio (?-1041). L’Anastasis fu ricostruita sull’impianto costantiniano e dotata di un coro e di un catino absidale al centro dell’antica facciata; a est, al posto del Martyrium vennero invece costruite tre piccole cappelle absidate. Questo allestimento durò fino alla ricostruzione romanica (consacrazione nel 1149) successiva alla prima crociata, che aggregò alla rotonda un lungo coro orientato a cappelle radiali.