Il sorpasso
(Italia 1962, bianco e nero, 105m); regia: Dino Risi; produzione: Mario Cecchi Gori per Fair/Incei/Sancro; sceneggiatura: Dino Risi, Ettore Scola, Ruggero Maccari; fotografia: Alfio Contini; montaggio: Maurizio Lucidi; scenografia e costumi: Ugo Pericoli; musica: Riz Ortolani.
Roma a ferragosto. Nella città deserta si aggira la magnifica spider di Bruno Cortona, un nullafacente che vive di espedienti. Alla ricerca di un telefono, Bruno conosce Roberto Mariani, uno studente rimasto in città per preparare un esame. Grazie alle sue doti istrioniche, Bruno convince Roberto a fare un giro con lui in macchina: i due iniziano un viaggio che li porterà in varie località alla ricerca di un luogo dove mangiare, fino alla casa in campagna dove vivono i parenti di Roberto. Arrivati a Castiglioncello, Bruno incontra la sua ex moglie e sua figlia Lilli, ora fidanzata con un industriale di una certa età, Bibì. Roberto, inizialmente timido e diffidente nei confronti dell'irruenza e dei modi spacconi di Bruno, comincia ad affezionarsi a quell'eccentrico personaggio, iniziando anche a imitarne i modi sbruffoni, soprattutto in strada, dove Bruno si diverte a correre e a sorpassare le altre auto, indifferente a ogni divieto e a ogni limite di velocità. Durante il viaggio di ritorno verso Roma, dopo un sorpasso rischioso l'auto sbanda e finisce fuori strada; Bruno si salva, ma Roberto perde la vita nell'incidente.
Il sorpasso è certamente il film più famoso e celebrato di Dino Risi, quello in cui lo sguardo del regista riesce a trovare un equilibrio straordinario tra ironia e disincanto, partecipazione emotiva e capacità narrativa. Prodotto con un certo scetticismo da Mario Cecchi Gori e nato da un'idea iniziale di Rodolfo Sonego (che non comparve nei titoli) poi sviluppata dallo stesso Risi, il film si rivelò sin dai primi giorni di programmazione un grandissimo successo di pubblico e di critica in Italia e all'estero: negli Stati Uniti, ad esempio, dove uscì con il titolo The Easy Life, Il sorpasso diventò un fenomeno di culto e la sua struttura narrativa on the road ispirò in parte Easy Rider di Dennis Hopper.
Tra gli elementi che contribuirono al successo del film vanno sottolineati inoltre i dialoghi ora amari ora vivacissimi, la recitazione spesso marcata dalla capacità di improvvisazione degli attori (Vittorio Gassman ottenne per il film due premi come miglior attore protagonista, il Nastro d'argento e il David di Donatello), nonché l'atmosfera rarefatta e assolata che avvolge l'ambiente, per merito della fotografia di Alfio Contini. La particolarità del film sta anche, naturalmente, nello sguardo registico di Risi. Il viaggio di Bruno e Roberto e le innumerevoli situazioni in cui si trovano coinvolti non portano una maggiore consapevolezza nei due protagonisti. Sia il romano spaccone che il timido studente non sembrano accorgersi più di tanto della realtà a volte ridicola a volte mostruosa che li circonda. Ne fanno parte loro stessi, concentrati in fondo solo sul viaggio che li porta lontano da ogni situazione, da ogni riflessione seria su quanto stanno vedendo, su quello di cui fanno esperienza. La luce estiva e abbagliante del film è in realtà un dispositivo che acceca entrambi.
Le musiche che punteggiano Il sorpasso, canzonette estive che ossessivamente si ascoltano in macchina o nei locali visitati dai due protagonisti, contribuiscono anch'esse a sospendere la consapevolezza della realtà a favore di una illusoria e gioiosa liberazione che contamina il giovane Roberto ("I due giorni passati con te sono stati i più belli della mia vita", sono le sue ultime parole a Bruno prima del sorpasso fatale). Ogni incontro è effimero, breve tappa di un viaggio senza meta che li spinge poi a risalire sempre in macchina, strumento di deriva e di fuga da una realtà che nonostante tutto continua a opporre la sua resistenza. L'abitacolo della spider è il simulacro di un mondo apparentemente felice e spensierato proprio perché la velocità impedisce di guardare e di fermarsi. Le scene notturne sono solo delle parentesi, una stasi temporanea prima dell'ennesima partenza, dell'ennesima risalita in macchina. Il mare della Versilia, lungo le cui strade Bruno e Roberto si avventurano con la spider, assume in Risi una valenza significativa. Sia per la fascinazione che il mare esercita sullo sguardo del regista, sia perché le spiagge affollate (di una zona, come la Versilia, ricca di luoghi di villeggiatura non popolari, frequentata dalla nuova società arricchitasi durante il boom economico degli anni Sessanta) permettono al regista di moltiplicare le immagini di una umanità variegata ‒ a volte osservata con sarcasmo, a volte con indulgenza ‒ che compone lo spazio antropologico entro il quale si muovono Bruno e Roberto alla ricerca della loro apparente libertà.
Sebbene attraversato da una vena comica e sarcastica indubbia, Il sorpasso, al di là delle letture sociologiche sull'Italia degli anni Sessanta cui si presta, resta un film profondamente tragico, storia di una sconfitta di due personaggi già condannati in partenza: il diverso destino che li attende nulla toglie al fatto che per entrambi non ci può essere redenzione.
Interpreti e personaggi: Vittorio Gassman (Bruno Cortona), Jean-Louis Trintignant (Roberto Mariani), Catherine Spaak (Lilli), Luciana Angiolillo (moglie di Bruno), Claudio Gora (Bibì), Luigi Zerbinati (commendatore), Linda Sini (zia Lidia), Corrado Olmi (Alfredo, cugino di Roberto), Nando Angelini (Amedeo), Franca Polesello, Edda Ferronao.
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