Beda, il Venerabile (lat. Baeda, piu com. Beda, anche Bedanus)
(lat. Baeda, più com. Beda, anche Bedanus) Dottore della Chiesa (n. forse Jarrow 672 o 673 - m. ivi 735), santo. Fu uno dei maggiori se non «il più grande erudito dell’Alto Medioevo» (Manitius). Fu educato e visse nei monasteri di S. Pietro a Wearmouth (od. Sunderland) e di S. Paolo a Jarrow, nella Northumbria, fondati da s. Benedetto Biscop rispettivamente nel 674 e nel 682 e così vicini da essere considerati un’unica istituzione monastica, dapprima sotto la guida del fondatore, cui B. fu affidato giovanissimo (verso il 680) dai parenti, poi di Ceolfrido. Sacerdote a trent’anni, amico di Albino e Nothelm di Canterbury e di Egberto di York, che visitò nel 734, non ebbe dignità, né uffici fuori dell’insegnamento, cui si ricollega la maggior parte dei suoi scritti e la tradizione della celebre scuola di York. Con i commenti biblici (a noi giunti parzialmente), desunti dai grandi padri occidentali (Ambrogio, Girolamo, Agostino e Gregorio Magno), fissò la dottrina dei quattro sensi (storico, morale, allegorico e mistico) della Scrittura, con i trattati didascalici (De metrica ratione, De orthographia, specie di dizionarietto, De natura rerum, De temporibus) trasmise nozioni fondamentali; con il De temporum ratione fece prevalere, con il ciclo pasquale di Dionisio il Piccolo (da lui continuato sino al 1063), anche il computo degli anni da Gesù Cristo (era dionisiana ab incarnatione) e fornì un modello non solo alla cronologia, ma anche alle cronache universali del Medioevo (con la cronaca da lui compilata, sino al 725, che costituisce i capitoli 66-71 dell’opera); e con il Martyrologium (derivato dal geronimiano e a noi pervenuto con aggiunte posteriori) iniziò la serie dei cosiddetti «martirologi storici». Più importanti ancora, per i moderni, le opere storiche: Historia sanctorum abbatum monasterii in Wiremutha et Girvum, da Benedetto Biscop, il fondatore, a Guerberto (Hwaerberthus); la Vita Cutbercti (Cutberto di Lindisfarne) e soprattutto la Historia ecclesiastica gentis Anglorum, fino al 731, composta per invito di Albino e dedicata al re di Northumbria s. Ceolwulf, ricca di notizie concernenti anche la storia civile, e redatta con notevole spirito critico. Restano inoltre 16 lettere del Liber epistolarum, un carme De die iudicii, un altro in onore di s. Eteldreda inserito nella Historia ove fornisce l’elenco delle sue opere fino al 731 (tra quelle che non ci sono pervenute, un Liber hymnorum e un Liber epigrammatum) e dati sulla sua vita. Il suo Liber de loquela per gestum digitorum fece testo durante tutto il Medioevo per l’insegnamento dell’aritmetica, o – per meglio dire – del «calcolo digitale». Varie opere a lui attribuite sono di discussa autenticità; altre certamente spurie. Il suo culto e la qualifica di dottore della Chiesa, di antichissima tradizione, hanno avuto riconoscimento ufficiale da parte di Leone XIII nel 1899.