CASOLANI, Ilario
Nacque a Siena nel 1588 dal pittore Alessandro e da Aurelia figlia del pittore Lorenzo Rustici, e fu a lungo identificato e confuso (dal Della Valle fino al Lanzi) con il fratello Cristoforo o Cristofano di cui parla G. Baglione (Le vite..., Roma 1642, pp. 306 s.) come artista attivo a Roma: mentre il nome di questo ricorre solamente in pochi documenti dei primi anni del secolo, il nome del C. è ricordato a Siena in varie occasioni sia per dipinti da lui eseguiti sia per vicende biografiche. Il 1° ott. 1606 entra a far parte della Compagnia laicale dei disciplinati sotto le volte dello Spedale, detta anche di S. Girolamo, seguendo le orme del padre che ne era stato confratello e vi aveva ricoperto varie cariche dal 593 fino alla morte: qui lo ritroviamo nel 1610 come sagrestano (Romagnoli, ms., X, C. 257). La data 16 18 e apposta poi sulla tela con la Madonna col Bambino e i ss. Caterina, Giuseppe, Bernardino, Francesco, Carlo Borromeo, Pietro e il beato Ambrogio Sansedoni eseguita, su incarico della famiglia Biringucci, per la chiesa di S. Pietro a Paterno presso Siena, attribuita al C. dal Romagnoli (ibid.; il Brogi, p. 218, assegna l'opera a Simondio Salimbeni). Nel 1620 il C. era a Roma in casa di un certo Taddeo, musico, come risulta dagli Stati d'anime della parrocchia di S. Andrea della Valle (Roma, Arch. storico del Vicariato, vol. XXXVI, f. 133). Ma l'anno dopo era di nuovo in Toscana, dato che la firma del C., insieme con la data 1621, si ritrova nella Visione di s. Francesco, uno degli otto affreschi con le Storie di s. Francesco nel chiostro dell'ex convento francescano di S. Quirico d'Orcia, ove due altre pitture, la Moltiplicazione dei pani e la Predicazione del Battista, sono dubitativamente attribuite al C., dal Della Valle (p. 421).
Nel 1626 prese parte, con i pittori senesi Bernardino Capitelli, Niccolò Tornioli, Giovan Paolo Pisani e Simondio Salimbeni, al concorso per la pittura della "Tavola del Crocefisso" che la Compagnia laicale di S. Rocco aveva in animo di far eseguire per la propria sede (oggi oratorio della contrada della Lupa, in via di Vallerozzi): del 24 maggio è la deliberazione (pubblicata dal Borghesi-Banchi) nella quale la Compagnia si impegna ad eleggere "persona idonia a fare talle Tavola", e il C. riesce aggiudicatario del lavoro. La pala d'altare. raffigurante S. Carlo Borromeo in preghiera davanti al Crocifisso, è firmata e datata 1629. Allo stesso 1629 risale, stando ad una annotazione manoscritta del Milanesi, l'incarico dato al C. dalle monache agostiniane. di Monna Agnese di eseguire una tela con il Giudizio finale per la loro chiesa di S. Niccolò in Sasso. L'apparten.enza del C. alla Compagnia dei disciplinati è attestata anche nel 1632, quando l'artista viene designato dai confratelli, insieme con un Mattia Amidei, a scegliere il disegno del nuovo altare di stucco da erigersi in quell'oratorio (Romagnoli, X, c. 260); in quell'anno il C. è testimone, nella chiesa di S. Giovanni, al matrimonio di lacomo Cinatti con Margherita figlia del pittore Lorenzo Favilli (ibid., c. 261). Un altro matrimonio per il quale si ricorda il nome del C. è quello, celebrato sempre in S. Giovanni il 17 sett. 1634, della sorella Costantina (o Costanza) con Giovan Francesco Galardini. Nello stesso anno è registrato tra i creditori della contrada dell'Oca, per la sonima di 18 lire, "per avere restaurata la nostra cappella", ossia gli affreschi dell'oratorio di S. Caterina in Fontebranda (ibid.). L'anno seguente acquista per 350 fiorini dal fratello Antonio (ibid., c. 262). Ancora il Romagnoli (ibid.) dà notizia, tratta a suo dire da un libro di memorie della parrocchia, di un baldacchino dipinto dal C. nel 1649 e posto sopra l'altar maggiore della chiesa di S. Pietro a Monsindoli presso Siena, e poi perduto; nonché, nella stessa chiesa. di quattro santi afflescati (la Maddalena, S. Bernardino, S. Francesco e S. Girolamo), attribuiti per altro dal Brogi (p. 195) ad un anonimo del sec. XVIII. Sempre nel 1649 il C. è nominato dall'Ugurgieri, nelle sue Pompe sanesi pubblicate in quell'anno (II, p. 376) come possessore di un libro di disegni eseguiti dal padre nel suo viaggio giovanile a Roma.
Oltre a questi lavori direttamente o indirettamente documentati, altre opere sono attribuite al Casolani. In Siena, nella chiesa di S. Martino, eseguì una tela raffigurante la Crocifissione dei quaranta martiri (nella quale, per il Romagnoli, ms., X, c. 264, il C. ebbe collaboratore "il sacerdote D. Bartolommeo Amidei da Seggiano", forse da identificare con il Mattia Amidei ricordato nel 1632); per la cappella Palmieri in S. Francesco condusse a termine la grande tela con l'Annunciazione, ora nella Pinacoteca nazionale, lasciata incompiuta dal padre, e che viene erroneamente indicata come Assunta dal Baldinucci. Il Brogi infine attribuisce al C. una tela con la Deposizione nella chiesa del Gesù a Montepulciano e un'altra tela con la Madonna col Bambino e cinque santi nella chiesa di S. Sigismondo a Montefollonico.
Morì, stando al Romagnoli (ibid., c. 263), il 14 maggio 1661 nella sua casa presso S. Sebastiano in Vallepiatta ove gia avevano abitato il padre e il nonno Agostino di Cipriano (è quindi inesatto quanto asseriscono il Milanesi e il Thieme-Becker, che cioè il C. morisse in giovane età). I funerali ebbero luogo nella chiesa di S. Giovanni, e la sepoltura nell'oratorio della Compagnia dei disciplinati.
Non si ha notizia del primo matrimonio del C., ma solo delle seconde nozze avvenute nel 1620 con Caterina di Alessandro Landi che portò una dote di 1750 fiorinì (ibid., c. 258). Un figlio, Alessandro, e detto dal Romagnoli (ibid., c. 257) già adulto nel 1616, ma questa data sembra assai poco verosimile; è comunque ricordato nel 1660 come testimone ad un matrimonio; esercitò il mestiere di speziale e morì nel 1670. Un altro figlio, Giuseppe, nacque nel 1633: fu pittore, abitò nella casa paterna in Vallepiatta, morì il 2 sett. 1670 e fu, come il padre, sepolto nell'oratorio dei disciplinati. Il Romagnoli infine conclude che il "ramo nobile" della famiglia del C. si estinse nel 1703 con un Alessandro, canonico (ibid., XI, cc. 137 s.).
Fonti e Bibl.: Siena, Bibl. com. degli Intronati, ms. L. II. 8, L. II. 10 e L. IL. 11: E. Romagnoli, Biografia cronol. de' Bellartisti Senesi (1830-38), VIII, cc. 51, 88-91; X, cc., 253-264; XI cc. 137 s.; Ibid., B. LXVIII. c. 19: G. Milanesi, Note (mss.) a E. Romagnoli, Cenni storico-artistici..., p. 22; G. Mancini, Considerazioni sulla pittura [1617-21], a cura di A. Marticchi-L. Salerno, Roma 1956-57, I, p. 209; II, pp. 93 s.; I. Ugurgieri Azzolini, Le pompe sanesi, II, Pistoia 1649, pp. 376, 380; F. Baldinucci, Notizie dei Prof. del disegno... [1681], III, Firenze 1846, p. 90; G. Della Valle, Lettere sanesi, III, Roma 1786, pp. 412, 417-419, 421; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia [1789], I, Firenze 1968, ad Indicem;G. Faluschi, Relaz. delle cose più notabili della città di Siena, Siena 1815, pp. 105, 148; S. Ticozzi, Diz. dei Pittori..., I, Milano 1818, p. 102; E. Romagnoli, Cenni storico-art. di Siena e suoi suburbii, Siena 1840, pp. 33, 46, 49; F. Brogi, Inv. generale degli oggetti d'arte della Provincia di Siena (1862-65), Siena 1897, pp. 284, 605; [E. Micheli], Guida artist. della città e contorni di Siena, Siena 1863, pp. 34, 81 s., 105, 112; G. Milanesi, Sulla storia dell'arte toscana, Siena 1873, p. 62; S. Borghesi-L. Banchi, Nuovi docum. per la storia dell'arte senese, Siena 1898, pp. 636 s.; L. Dami, Siena e le sue opere d'arte, Firenze 1915, p. 165; C. Brandi, Rutilio Manetti, Siena 1931, p. 189; E. Carli, I pittori senesi, Milano 1971, p. 38; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 118.