ACQUERELLI, Ildebrandino
Figlio di Gerardo, appartenne a famiglia fiorentina di mercanti.
Gli Acquerelli erano stati indotti dalla politica di Urbano IV a distaccarsi dall'indirizzo ghibellino del Comune, ottenendo così l'assoluzione dalle sanzioni canoniche prese contro di loro dal pontefice. A Firenze, però, le loro case vennero abbattute con grave danno finanziario.
L'A., che aveva avute distrutte dai ghibellini ben cinque case a S. Leonardo d'Arcetri, già nel 1269, dopo il suo ritorno in patria, risulta giudice ed in tale sua qualità impiegato da Carlo d'Angiò al suo servizio. Nel giugno del 1282, in compagnia del cisterciense Stefano da Orsenigo, fu dal re inviato a S. Gimignano per sollecitare l'invio di truppe da impiegare per la guerra del Vespro, allora agli inizi. Nell'aprile del 1283 era alle dipendenze del principe di Salerno, da cui ebbe l'incarico di provvedere con Guido d'Alemagna alla difesa del castello di Gerace, mentre nel giugno dello stesso anno inquisì in quella regione sui fautori degli Aragonesi, provvedendo a severe confische.
Fonti e Bibl.: Gli Atti perduti della Cancelleria angioina, a cura di J. Mazzoleni, I, Roma 1939, reg. VIII, n. 176 a p. 511; Liber Extimationum, a cura di O. Bratto, Göteborg 1956, n. 178, p. 44 (per le case distrutte di I. Acquerelli); R. Davidsohn, Forschungen zur Geschichte von Florenz, II, Berlin 1900, nn. 1655 e 1658 alle pp. 222 e ss.; E. Jordan, Les origines de la domination angévine en Italie, Paris 1909, p. 348, n. 2 (con le indicazioni dei registri di Urbano IV); S. Terlizzi, Documenti delle relazioni tra Carlo I d'Angiò e la Toscana, Firenze 1950, n. 828 a pp. 475 ss. e n. 831 a pp. 477 ss.