ILDEFONSO di S. Luigi Gonzaga (al secolo Benedetto Liborio Maria Frediani)
Nacque a Firenze il 22 luglio 1724 da Giulio Gaspare Maria Frediani e da Maria Francesca Rastrelli. Svolse i primi studi nel collegio S. Giovannino dei gesuiti, frequentando poi la Compagnia di S. Filippo Benizzi sotto la guida del servita A. Gucci. Spinto da viva vocazione per la vita religiosa, decise di entrare in un ordine regolare: poiché un fratello maggiore, Antonio Sisto (1715-84), era dal 1739 carmelitano scalzo con il nome di Bruno di S. Teresa (anche due sorelle furono religiose nel monastero di S. Chiara a San Miniato al Tedesco), egli volle vestire l'abito del medesimo Ordine. Trascorso l'anno di noviziato nel convento di Arezzo, il 31 ag. 1740 pronunciò i voti solenni; nel 1742 fu trasferito nel convento carmelitano di Siena per seguirvi i corsi di filosofia e teologia. Dal 1748, completati gli studi, insegnò filosofia, poi teologia scolastica e dogmatica, Sacre Scritture e morale nello stesso convento di Siena, passando in seguito a quello di Firenze. Insegnò per tutta la vita, con interruzioni solo nei tre anni in cui fu maestro dei novizi ad Arezzo o quando fu provinciale, alternando le sedi di Pisa (1789-92) e Firenze; è impossibile precisare meglio i suoi spostamenti, per la scomparsa dagli archivi del II volume del Definitorio provinciale. Dal 1760 fu tra i superiori della provincia, con gli intervalli prescritti dalle costituzioni dell'Ordine: nel 1760 fu eletto terzo definitore e maestro dei novizi, nel 1763 priore di Firenze (ebbe allora il primo contatto con la futura santa carmelitana Teresa Margherita Redi, che tanta importanza avrà nella vita di I.), e nel 1769 quarto definitore, sebbene avesse comunicato di voler rinunciare a qualsiasi carica. Nel 1778 partecipò in qualità di terzo definitore al capitolo provinciale, che lo elesse primo definitore; nel 1779, proposto come procuratore generale, declinò la carica (e questa volta fu esaudito). Nel 1781 fu nuovamente elevato a superiore provinciale e nel 1787 rieletto primo definitore; in questa veste presiedette il capitolo straordinario convocato dal granduca con ordine 9 genn. 1789, che lo elesse nuovamente terzo definitore; la morte lo colse prima della scadenza del triennio.
La sua attività non si espletò solo nell'ambito del suo Ordine, perché ricevette anche importanti incarichi da vescovi toscani: l'arcivescovo di Firenze F.G. Incontri lo nominò esaminatore sinodale (1° marzo 1771) e ricorse a lui per importanti missioni, come pure il suo successore A. Martini; l'arcivescovo di Pisa, A. Franceschi, gli affidò ricerche su vari illustri pisani; quello di Siena, T. Borghesi, lo nominò direttore spirituale dei principali conventi della diocesi (a Firenze era già confessore straordinario di vari monasteri femminili).
Dopo anni di ricerche erudite e di appassionato studio della storia e della letteratura della Toscana, spinto da G. Lami, I. diede inizio a una nutrita serie di pubblicazioni, le prime delle quali furono probabilmente il trattatello De legibus (Firenze 1756), dedicato al card. G.A. Guadagni e oggi introvabile, e quello De gratia (ibid. 1759), cui fece seguire, protetto dall'anonimato, la Risposta di un socio dell'Accademia Bottanica di Cortona al "Ragionamento del matrimonio" di un filosofo mugellano (Lucca 1763), in polemica con il medico A. Cocchi. Di quel periodo è un lavoro di qualità più elevata, la Vita della venerabile serva di Dio suor Maria Agnese del Gesù carmelitana scalza fondatrice del monastero di S. Teresa di Firenze… (ibid. 1762), che le Novelle letterarie recensirono con ampie lodi per "le eruditissime note" (XXIII [1762], pp. 411-418). Nel 1770, sempre a Firenze, uscì il trattato Della giustificazione e della limosina, dedicato all'arcivescovo Incontri, in risposta ad alcune tesi di C. Mosca Barzi sul valore espiatorio dell'elemosina. Da tempo, comunque, I. aveva iniziato ricerche per la sua opera di maggiore impegno, che in alcune parti conserva ancora oggi qualche utilità per gli studi sulla storia e la letteratura toscane del secolo d'oro; si tratta di ben 25 volumi di testi e repertori inediti di autori toscani del Tre e Quattrocento approvati dall'Accademia della Crusca, raccolti sotto il titolo di Delizie degli eruditi toscani, pubblicati a Firenze dal 1770 al 1789.
La serie inizia con le opere in volgare di Girolamo da Siena (voll. I e II) e continua con le poesie di Antonio Pucci (III e IV), la Historia fiorentina di Marchionne di Coppo Stefani (VII-XVII), le Croniche fiorentine di ser Naldo da Montecatini e di Lionardo di Lorenzo Morelli (XIX), le Istorie di Giovanni Cambi (XX-XXIV) e la biografia di Lorenzo de' Medici duca di Urbino, di Gherardo Bartolini Salimbeni (appendice al vol. XXIII); l'ultimo volume, il XXV, è un prezioso Indice generale de' nomi di famiglie e di persone. Va sottolineato che i testi sono arricchiti da innumerevoli note erudite, anche di lingua, da ampie dissertazioni storiche e biografiche sugli autori dei lavori pubblicati e sulle persone cui sono dedicati i volumi, nonché da numerose genealogie (Nelli, Ubaldini, Morelli, Salimbeni ecc.). Dal 1771 al 1774, sempre a Firenze, I. curò anche una nuova edizione dell'Opera omnia di Giovanni di Gesù Maria, un dotto confratello del XVI secolo, in tre volumi in folio contenenti anche alcune opere inedite. Un'altra compilazione monumentale I. aveva programmato in oltre 20 volumi, la Etruria sacra triplici monumentorum codice canonico, liturgico, diplomatico per singulas dioceses distributa…, della quale però uscì solo il primo tomo (Firenze 1782) dedicato al codice canonico della sola Chiesa di Firenze, contenente in oltre mille pagine gli atti di ventiquattro sinodi diocesani e di due provinciali, dal 1327 al 1732.
I. partecipò attivamente alla vita di alcune accademie. Fin da giovane fu membro della Reale Accademia Fiorentina, dal 1762 di quella di Bottanica e d'Istoria naturale di Cortona, e dal 3 apr. 1773 di quella della Crusca, che nel 1784 lo ammise a collaborare al nuovo Vocabolario degli Accademici della Crusca. Il 3 ott. 1776 vi pronunziò una dissertazione sull'utilità dello studio della storia per formare buoni cittadini, che usò come dedica nel tomo VII delle Delizie… (pp. 5-38). Nel 1784, sempre a Firenze, pubblicò una Dissertazione sopra il vero significato della voce Antenati, e più tardi una biografia di Niccolò V (Pisa 1792, nel tomo IV delle Memorie storiche di più uomini illustri pisani, pp. 207-289).
Probabilmente, però, il fatto che ha maggiormente conservato la memoria di I. e che gli ha meritato anche in tempi recenti un certo interesse di studio (per lo più da parte carmelitana) è l'essere stato l'ultimo direttore spirituale e confessore (nonché uno dei principali testimoni nella causa di beatificazione) della futura santa carmelitana Teresa Margherita Redi, monaca nel convento fiorentino di S. Teresa. I. aveva avuto i primi contatti con quel monastero nel 1754, avendovi predicato nell'Avvento; attratto dal ricco archivio che vi era conservato, lo frequentò a lungo per stendere il sopramenzionato lavoro sulla fondatrice. Questo lo portò a divenirvi confessore, prima straordinario e poi ordinario (essendo uso dei carmelitani che i superiori provinciali, terminato il loro triennio, assumessero quell'incarico; I. lo fu nel 1772-75 e nel 1781-84). Egli aveva assistito alla vestizione della santa, ne conosceva la famiglia e concepì per le sue eroiche virtù una sconfinata stima e ammirazione, da lei ricambiata, tanto che ella stessa lo scelse come guida spirituale, dopo il padre G. Colombino; il loro rapporto durò fino alla morte della religiosa, a un altissimo livello mistico.
I. si era ripromesso di pubblicarne una vita, ma non vi riuscì; aveva tuttavia raccolto una gran mole di materiali per il Processo informativo di beatificazione, e le sue deposizioni nel Processo ordinario occupano le cc. 944r-1674r della Copia publica, cioè tutto il vol. III e parte dei voll. II e IV. Circa un giudizio critico su I. anche le fonti carmelitane ammettono che fu un grandissimo erudito e un tenace ricercatore piuttosto che un intellettuale. Emblematica è una lettera della madre Maria Agnese del Cuore di Gesù in data 2 dic. 1806 (Roma, Arch. generale dell'Ordine dei carmelitani, Mss., 410 f), che afferma che "il padre Valerio […] era uomo dottissimo, d'intelletto perspicace e sottilissimo, di gran lunga più del padre Ildefonso […]; e se il padre Ildefonso era più erudito, fu per lunga pratica di schiena, studiando giorno e notte". Resta inedita parte della sua produzione, conservata manoscritta nell'archivio del convento di S. Paolino. Si ricordano una traduzione del t. III dell'opera di Onorato di S. Maria, Tradizione de' Padri e degli autori ecclesiastici sopra la contemplazione (Parigi 1713), una Esposizione per alcuni professori e letterati di Bologna sul Dizionario italiano e francese dell'Alberti, e sulle parole Sonnambolo e Nottambolo, un Elogio di G. Lami, tre dissertazioni incompiute contro J.-J. Rousseau, altre sull'antropomorfismo dei Padri, l'infallibilità divina, la bontà dell'Antica Legge, ecc. L'Archivio di Stato di Firenze conserva il ms. di Vita ed azioni del servo di Dio p. Francesco Giovanni Maria di Gesù già Alessandro da Verrazzano (Corporazioni religiose soppresse, 115, 34, incompleto).
I. contribuì anche molto ad arricchire e riordinare la biblioteca di S. Paolino.
Morì a Firenze il 21 febbr. 1792. La sua sepoltura dimostrò la stima e la rinomanza di cui godeva: il granduca Ferdinando III per lui derogò per la prima volta al rigido decreto di suo padre che imponeva a tutti la tumulazione nei nuovi cimiteri extraurbani, cosicché I. poté essere sepolto nel suo convento di S. Paolino.
Fonti e Bibl.: Firenze, Arch. del Monastero di S. Teresa, Processo ordinario di beatificazione, vol. III, cc. 1105v-1114v (lettere di I. a Teresa Margherita Redi); Arch. di Stato di Firenze, Congregazioni religiose soppresse, 115, 33-34; Roma, Arch. generale dell'Ordine dei carmelitani, Catalogus secundus Carmelitarum descalceatorum Congregationis Italiae ab anno 1730 usque ad annum 1743, c. 225r; Mss., 410f; Bologna, Biblioteca universitaria, Mss., 1424 (=2426), 1780 (lettera all'abate G. Trombelli); Pesaro, Biblioteca Oliveriana, Mss., 360 (corrispondenza di I. con A. degli Abbati Olivieri); Novelle letterarie, XXVII (1766), pp. 385-393; XXXI (1770), pp. 241-243; XXXVI (1775), p. 82; XXXIX (1778), pp. 661 s.; Gazetta toscana, XXVII (1792), pp. 38 s., 42-44 (necr.); Bullarii Romani continuatio, t. VI, parte I, Romae 1847, pp. 819 s. (bolla Cum sicut accepimus…, del 7 ag. 1781); Bartholomaeus a S. Angelo - Henricus a Ss. Sacramento, Collectio scriptorum Ordinis Carmelitarum excalceatorum utriusque Congregationis et sexus, I, Savona 1884, pp. 284-286; Paulino del Ss. Sacramento, El padre I. de S. Luis G., director espiritual y primer biógrafo de s. Teresa Margarita (1724-1792), in Mensajero de s. Teresa, IX (1934), pp. 140-148; élysée de la Nativité, Le père spirituel de ste Thérèse Marguerite, père Ildefonse de saint Aloys, in Le Carmel, XIX (1934), pp. 371-379; G. Natali, Il Settecento, Milano 1936, pp. 409, 544; Gabriele di S. Maria Maddalena - Graziano di S. Teresa, La biografia di s. Teresa Margherita Redi scritta per il papa Clemente XIV, in Ephemerides Carmeliticae, IV (1950), pp. 519-623 e passim; Gabriele di S. Maria Maddalena, S. Teresa Margherita del Cuore di Gesù e la direzione spirituale, in Riv. di vita spirituale, IV (1950), pp. 408-417; Melchior di S. Maria, Quattro direttori spirituali di s. Teresa Margherita del Cuore di Gesù, in Ephemerides Carmeliticae, X (1959), cap. 4, pp. 224-260 (alle pp. 261-407 i carteggi della santa, fra cui lettere di I., di cui molte conservate nell'Archivio del Convento di S. Teresa); E. Puccioni, La chiesa di S. Paolo Apostolo in Firenze, religiosi e laici illustri e benemeriti, Firenze 1975, passim; G. Melzi, Diz. delle opere anonime e pseudonime di scrittori italiani…, II, Milano 1852, p. 464; H. Hurter, Nomenclator literarius theologiae Catholicae, V, pp. 431 s.; Dict. de spiritualité, VII, Paris 1970, coll. 1321-1323.