ILE-DE-FRANCE
Regione storica della Francia settentrionale, il cui nome, comparso solo nel 1387, deriva da Francia, 'paese dei Franchi', più esattamente dalla Francia occidentalis dei Merovingi, che si estendeva dalla regione di Soissons alla Normandia e dalla Loira alla Schelda. Sotto i Carolingi, la regione si ridusse all'area intorno a Parigi, fino all'Oise e all'Aisne a N e verso Dourdan ed Etampes a S. Questo territorio ereditato dai primi Capetingi, discendenti dai conti di Parigi, formò il nucleo centrale del territorio regale. La pianura di Francia a N della capitale, tra Senna e Oise, ne costituiva allora il cuore. Nel corso dei secoli le dimensioni dell'I. variarono; oggi si configura come la regione amministrativa intorno a Parigi suddivisa nei seguenti dipartimenti: Essonne, Seine-et-Marne, Yvelines, Hauts-de-Seine, Seine-Saint-Denis, Val-de-Marne e Val-d'Oise; le città di Senlis, Compiègne, Noyon, Laon (dip. Aisne), e Soissons (dip. Aisne), che facevano parte dell'I. medievale, si trovano in Piccardia.In ragione dell'intreccio dei possedimenti feudali, nel Medioevo l'I. non aveva frontiere precise: l'Epte ne segnò il limite occidentale verso la Normandia, a partire dal trattato di Saint-Clair-sur-Epte del 911 tra Carlo il Semplice e il normanno Rollone. Verso S-O, la contea di Chartres dipese dai conti di Blois fino alla metà del 13° secolo. A S, il territorio reale giungeva alla Loira; a E, la Champagne, acquisita alla Corona con il matrimonio fra Giovanna di Navarra e Filippo il Bello nel 1284, cominciava intorno a Lagny e a Meaux.La regione non possiede alcun limite geografico naturale: il suo asse essenziale è la Senna; a partire dal sec. 11°, si impose a poco a poco come capitale Parigi, che, oltre a essere collocata in posizione centrale tra i punti di confluenza della Marna e dell'Oise, facilitava con le sue isole l'attraversamento del fiume lungo la strada N-S che esisteva già in epoca preistorica. La regione è formata da un territorio pianeggiante, solcato da numerosi corsi d'acqua navigabili. Il sottosuolo calcareo, che fornisce un buon materiale edilizio, affiora lungo le sponde dei corsi d'acqua e si rialza verso E con un grande costone detto côte de France. Limi fertili lo ricoprono a N nel Valois e nella regione di Soissons, a E in quella di Brie e a S in quella di Beauce. Collinette sabbiose coperte di foreste si trovano tanto verso Fontainebleau e Rambouillet quanto verso Senlis e Compiègne. Il clima oceanico, che alimenta l'umidità delle valli e delle pianure limose, ha favorito l'agricoltura già dal Neolitico. Nel Medioevo, oltre la coltura dei cereali e l'allevamento, si sviluppò la coltivazione della vite.La storia della regione è particolarmente ben documentata, giacché essa in parte coincide con quella dei re di Francia: già alla fine del sec. 6° Gregorio di Tours redasse una Historia Francorum e nel corso dei secoli seguenti si ebbero numerose cronache. Anche la presenza di grandi abbazie fondate in epoca merovingia, come Saint-Germain-des-Prés e Saint-Denis, nei pressi di Parigi, ha contribuito alla documentazione del territorio e degli avvenimenti storici che lo riguardarono, per es. il c.d. polittico di Irminone sotto i Carolingi o la Vita Ludowici VI Grossi scritta dall'abate Suger nel 12° secolo. A partire dal sec. 13°, la presenza della corte, della sua amministrazione e dell'Università di Parigi contribuì a concentrare nell'I. un gran numero di intellettuali; si può fare riferimento a innumerevoli fonti nonostante la perdita dei conti dell'amministrazione regia e di numerosi fondi d'archivio. Rimangono anche alcune fonti iconografiche, in particolare nelle miniature delle Grandes Chroniques de France (Parigi, BN, fr. 2813; sec. 14°) e nelle Très Riches Heures del duca di Berry (Chantilly, Mus. Condé, 1284; 1413-1416), che rappresentano i palazzi de la Cité e del Louvre e i castelli di Vincennes, presso Parigi, e di Dourdan.La storia artistica dell'I. è intimamente connessa alla politica regia. Fu Childeberto (511-558) a fondare Saint-Germain-des-Prés nel sec. 6° e Dagoberto (622-638) a portare monaci a Saint-Denis nel secolo successivo. I primi Capetingi costruirono castelli e fondarono chiese a Melun, a Senlis, a Mantes e a Poissy. Filippo Augusto (1180-1223) fece edificare una cinta muraria intorno a Parigi e la torre del Louvre. Luigi IX (1226-1270) fondò l'abbazia di Royaumont, a N-E della città, costruì la cappella del castello di Saint-Germain-en-Laye e la Sainte-Chapelle. Sempre a Parigi Filippo IV il Bello (1285-1314) rinnovò il palazzo de la Cité, Carlo V (1364-1380) ampliò la cinta, procedette alla sistemazione del Louvre, costruì il palazzo Saint-Pol e portò a termine il castello di Vincennes.Anche le chiese dipesero per lo più dalla munificenza regale, mentre le cattedrali furono legate alla commitenza vescovile. Le diocesi dell'I. erano comprese in due province ecclesiastiche: quella di Parigi dipendeva dall'arcivescovo di Sens, quelle di Senlis, di Noyon, di Laon e di Soissons appartenevano alla provincia di Reims. Queste province ecclesiastiche avevano ripreso in epoca carolingia i confini amministrativi dell'Impero romano e Parigi ebbe un proprio arcivescovo solo nel 17° secolo. Il clero secolare intrattenne comunque strette relazioni con la monarchia; l'arcivescovo di Reims incoronava e consacrava i sovrani e il suo sostituto era l'arcivescovo di Sens.Gli abati dei monasteri contribuirono alla storia dell'architettura religiosa. Vi furono alcune abbazie benedettine di antica fondazione che vennero rinnovate in epoca romanica, come Morienval, vicino a Compiègne, o in età gotica, come Saint-Denis. L'influenza di Cluny si coglie a Saint-Martin-des-Champs a Parigi e a Saint-Leu-d'Esserent, nei pressi di Chantilly. I Cistercensi, nei secc. 12° e 13°, si installarono a Vaux-de-Cernay, poco fuori Parigi, a Chaalis, a Ourscamp, a Longpont (dip. Aisne), nella stessa Parigi nel collegio dei Bernardini, e fecero costruire anche grange nella campagna. Gli Ordini mendicanti si stabilirono assai precocemente nelle città, ma i loro conventi, con l'eccezione di quello dei Cordeliers di Parigi, sono praticamente tutti scomparsi.Le chiese parrocchiali beneficiarono spesso delle elargizioni degli ecclesiastici che ne avevano il patrocinio, dei signori del contado e dei borghesi delle città. Un certo numero conserva alcuni elementi romanici dei secc. 11° e 12°, epoca della prima grande fase di prosperità della regione, ma la maggior parte venne parzialmente o interamente ricostruita nel sec. 13°, età d'oro del regno, e in qualche caso alla fine del Medioevo, soprattutto quando esse avevano avuto a soffrire degli effetti della guerra dei Cento anni (1342-1351). L'architettura civile e militare seguì la medesima evoluzione. Non resta praticamente nulla dell'epoca anteriore ai primi Capetingi, al di là delle testimonianze archeologiche riportate alla luce dagli scavi. Lo sviluppo delle città, dei castelli, delle residenze fortificate andò di pari passo con quello della monarchia, con l'espansione demografica e con la crescita economica. I secc. 12° e 13° furono periodi di grande attività. Nel sec. 14° la crisi dinastica seguita alla morte dell'ultimo capetingio in linea diretta nel 1328, la crisi economica, le epidemie e la guerra giunsero praticamente a interrompere lo sviluppo delle città e dell'architettura religiosa, ma i re e i principi continuarono a esercitare il loro mecenatismo fino al disastro di Azincourt nel 1415. L'attività artistica riprese solo dopo il ristabilirsi della pace nella seconda metà del 15° secolo.Parigi e l'I. ebbero un ruolo preponderante nella storia dell'arte del 12° e 13° secolo. Tuttavia già nel corso dell'Alto Medioevo, sotto i Merovingi e i Carolingi, le costruzioni di chiese, di abbazie e di palazzi furono numerose. Nel sec. 9° Saint-Denis possedeva uno scriptorium. L'abbazia di Saint-Médard di Soissons e la città episcopale di Laon furono in quest'epoca importanti centri artistici. L'eredità carolingia fu talmente considerevole che ancora nel sec. 11° e agli inizi del successivo le chiese venivano realizzate secondo analoghi criteri, con il corpo longitudinale coperto a capriate, con muri sottili, ben illuminato, come si può ancora vedere a Saint-Germain-des-Prés o a Notre Dame-de-la-Basse-Oeuvre di Beauvais. L'arte romanica non diede vita nell'I. a grandi creazioni come in Borgogna o in Linguadoca, tuttavia rimangono alcuni esempi di campanili con guglie in pietra, alcune chiese rurali dotate di absidi voltate, soprattutto a N di Parigi, nell'Aisne, nell'Oise e nella Val-d'Oise, alcuni impianti fortificati e alcune torri. Per l'I. il sec. 11° rappresenta un periodo di transizione, durante il quale i Capetingi affermarono il loro potere.Il sec. 12° fu segnato dall'avvento dell'arte gotica, che nacque nell'I., nel cuore del domaine royal. La sua affermazione fu rapida, sostenuta dalla prosperità della regione, facilitata dall'abbondanza della pietra e del legname da costruzione. Questa nuova arte di edificare, come ha scritto Bony (1982-1983), coniuga i muri sottili e molto traforati da aperture del periodo precedente con un nuovo sistema di copertura a volta in pietra. Per assicurare la stabilità della struttura, si presero a prestito l'arco spezzato dalla Borgogna e le crociere ogivali dal regno anglonormanno e si inventò l'arco rampante. Si giunse così a unificare gli spazi e a creare, prima del 1144, quella corona di luce ininterrotta rappresentata dal coro di Saint-Denis, di cui Suger era così fiero. Il coro di Saint-Germain-des-Prés è di poco posteriore; le cattedrali di Senlis e di Noyon erano in costruzione intorno al 1150, quelle di Laon e di Parigi nel 1160 ca.; il nuovo stile attraversò la Manica intorno al 1175 per imporsi a Canterbury.Parigi esercitò lo stesso ruolo guida anche nell'urbanistica e nell'architettura civile. Le prime halles, modello dei mercati coperti, vennero costruite sulla riva destra della Senna. La torre circolare del Louvre divenne simbolo del potere laico; vennero creati nuovi quartieri, costruiti o rifatti ponti, vennero pavimentate strade, aperte nuove vie e si moltiplicò il numero dei mulini.La scultura, fino ad allora confinata a capitelli e timpani, si sviluppò nei portali con statue-colonna e programmi iconografici elaborati, da Saint-Denis a Saint-Germain-des-Prés, al portale di S. Anna in Notre-Dame a Parigi, a Etampes, a Corbeil, a Chartres, e si diffuse verso Angers (dip. Maine-et-Loire), verso Bourges (dip. Cher), verso la Champagne e la Borgogna. Abbandonate le stilizzazioni romaniche, fu dato spazio a rilievi più pronunciati, a drappeggi sottili e a un adattamento rigoroso ai contesti architettonici. Sui capitelli si rinunciò alle figure, si esaltò la foglia d'acanto e, intorno al 1175, a Notre-Dame di Parigi, si creò il capitello a crochets.Alla nuova architettura si associò l'arte delle vetrate, che le conferì lo splendore delle pietre preziose e il mistero di una penombra dalle tonalità cangianti. Gli orafi parigini crearono inoltre singolari o raffinate montature per i vasi del tesoro di Saint-Denis.Il prestigio di Parigi come capitale artistica crebbe ulteriormente nel sec. 13°, l'epoca di s. Luigi, in cui la diffusione del nuovo stile incitò i più grandi principi della cristianità a imitare l'opus francigenum. Gli orafi si insediarono nel Quai des Orfèvres, nei pressi del palazzo de la Cité e del Pont-au-Change. I fabbricanti di pergamena, gli scribi e i miniatori risiedevano nel quartiere latino, vicino ai collegi universitari. Nella capitale ebbero sede anche gli artigiani dell'avorio. Nell'architettura fece la sua comparsa un nuovo stile, il Gotico rayonnant, i cui primi esempi sono nelle cappelle laterali di Notre-Dame intorno al 1225 e a Saint-Denis a partire dal 1231. I muri vi appaiono sempre più sottili e ridotti e le finestre sempre più ampie. Il loro intreccio si scompone in molte lancette, sormontate da rosoni, da trilobi e da quadrilobi. Gli esterni vengono coronati da gâbles e da pinnacoli riccamente lavorati. La Sainte-Chapelle e le facciate del transetto di Notre-Dame costituiscono realizzazioni esemplari di questo nuovo stile. Per la maggior parte gli architetti più famosi dell'epoca erano originari della regione, di Chelles, di Montreuil, di Luzarches, di Varinfroy vicino a Senlis. Intorno alla metà del sec. 13° il Gotico rayonnant giunse a Strasburgo, a Colonia e a Westminster. Le città continuarono a svilupparsi, espandendosi al di là delle cinte, inglobando gli antichi sobborghi monastici; si costituirono anche nuove parrocchie, mentre gli Ordini mendicanti si insediarono in zone già sovrappopolate. Alcune abbazie ricostruirono i propri edifici, come a Ourscamp (infermeria), a Saint-Martin-des-Champs (refettorio), a S di Mantes, a Saint-Germain-des-Prés. Vennero istituiti nuovi ospedali, per es. quello dei Quinze-Vingts fondato da Luigi IX.La scultura monumentale si distaccò dalla tradizione antichizzante per assumere un rilievo più vigoroso, con larghi panneggi obliqui, dalle pieghe angolose e incavate. I personaggi divennero longilinei ed eleganti, con i volti animati da un sorriso. Questo nuovo stile marcatamente 'gotico' sembra essere stato elaborato nel portale centrale della facciata di Notre-Dame a Parigi e gli apostoli della Sainte-Chapelle ne mostrano lo sviluppo. Quest'arte si diffuse ad Amiens, a Reims, a Bourges, arrivando fino in Sassonia; la stessa pittura di Giotto ne testimonia i riflessi in territorio italiano.Gli avori, di cui Parigi fu il centro di produzione più importante, e i manufatti di oreficeria contribuirono senza dubbio a veicolare questo nuovo stile; vari reliquiari per contenere le spine della corona di Cristo, acquistata da Luigi IX a Venezia, furono commissionati dal re e quindi donati ad altri. Lo stesso sovrano ordinò anche la decorazione di alcuni manoscritti liturgici, in particolare salteri, che rivelano i caratteri della pittura parigina dell'epoca, influenzata, come gli avori, dal vocabolario ornamentale del Gotico rayonnant: lo stile delle figure piene di slancio è paragonabile a quello delle statue e i colori dominanti, il rosso e il blu, richiamano quelli delle vetrate della Sainte-Chapelle.Nel sec. 14° l'I. fece registrare ancora una ricca attività artistica, priva tuttavia della geniale creatività dei due secoli precedenti. Lo stile rayonnant continuò a contrassegnare l'architettura religiosa, che non vide comunque più l'apertura di grandi cantieri. Le costruzioni a carattere difensivo, come la Bastiglia e la cinta di Carlo V a Parigi, e le residenze principesche assunsero un'importanza maggiore. Per quanto riguarda gli altri campi artistici, la capitale del regno attirò numerose personalità, spesso provenienti dalle regioni settentrionali o dagli antichi Paesi Bassi. La scultura funeraria e quella di oggetti mobili, l'oreficeria e la miniatura continuarono a fiorire nella regione, ma dovettero subire la sempre maggior concorrenza dei centri artistici di Avignone in Provenza, della Toscana, delle Fiandre e dell'Inghilterra. La corte di Carlo V, alla fine del secolo, e il mecenatismo dei suoi fratelli, i duchi d'Angiò, di Berry e di Borgogna, conferirono ancora un posto di rilievo all'arte parigina nel vasto panorama del Gotico internazionale. Dopo la sconfitta di Azincourt, la maggior parte degli artisti abbandonò la capitale e la regione per cercare commesse altrove, in Borgogna, in Provenza o nella regione della Loira.Il rinnovamento cui si assisté dopo la guerra dei Cento anni non fu più promosso dai principi; fu piuttosto opera della borghesia, notabili e mercanti, e del clero, cui si devono la ricostruzione o l'ampliamento delle chiese parrocchiali nello stile del Gotico flamboyant. Questo movimento è particolarmente importante a Parigi, ma anche nelle città più modeste come Senlis, Compiègne, Melun o Nemours e nei villaggi rurali. Le stesse classi sociali furono responsabili anche della committenza di vetrate e di monumenti funebri. Gli artisti fecero ritorno nella capitale, come nel caso della famiglia degli Chambiges, architetti chiamati a lavorare a Beauvais, a Senlis, a Troyes (dip. Aube) e a Sens (dip. Yonne), o ancora dei pittori-vetrai Chastelain. L'attività artistica fece registrare una sensibile dispersione in coincidenza con l'occupazione inglese e gli artisti e le loro botteghe divennero in questa fase assai mobili, come del resto il re e la corte, che non risiedevano più nella capitale.
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