ILLUMINOTECNICA
(App. IV, II, p. 153)
Nel settore della i. prevalente attenzione è stata dedicata ai problemi del benessere visivo e del risparmio energetico. Quanto al benessere visivo, sono stati approfonditi piuttosto gli aspetti riguardanti l'affaticamento della vista e la sua salvaguardia, che non quelli riguardanti l'aumento di efficienza della funzione visiva; in particolare sono state individuate alcune tipiche situazioni precorritrici del fenomeno dell'abbagliamento, nelle quali cioè, pur non presentandosi il fenomeno, neppure in forma incipiente, si manifestano forme di affaticamento della vista (disconfort glare). Si sono proposti criteri per la valutazione di tali effetti e la relativa possibilità di prevederli a partire dalle caratteristiche strettamente illuminotecniche della situazione (natura, numero, disposizione delle sorgenti, posizione e compito visivo del soggetto, ecc.).
Per ciò che riguarda il risparmio energetico, le crisi degli anni Settanta hanno stimolato da parte dell'industria una ricerca di soluzioni nuove circa le sorgenti di luce, di contenuto innovativo non eccezionale sotto il profilo tecnologico, ma potenzialmente capaci di consentire non trascurabili risparmi energetici. Si tratta della produzione di lampade fluorescenti (caratterizzate quindi da efficienza specifica anche più che tripla rispetto alle lampade a incandescenza) che presentano forma bulbare anziché tubolare del corpo luminoso e un attacco identico a quello delle comuni lampade a incandescenza, che ne rende possibile la sostituzione diretta sugli usuali lampadari e supporti. L'iniziativa peraltro non ha ottenuto grande successo, sia per le qualità estetiche di tali lampade sia per il loro costo elevato.
Altra innovazione che trova la sua prevalente, anche se non unica, motivazione nel potenziale risparmio energetico è stata l'introduzione di lampade fluorescenti ''ad alta frequenza''. In realtà non si tratta di una nuova lampada ma di una nuova alimentazione: questa avviene attraverso un dispositivo elettronico che converte la frequenza di rete in una molto più alta (25÷45 kHz). I vantaggi energetici principali riguardano il reattore di stabilizzazione e la lampada vera e propria; lavorando ad alta frequenza è possibile conseguire i valori dell'impedenza necessari per la stabilizzazione della scarica con un numero di spire, un volume di ferro e valori di resistenza elettrica assai minori di quelli necessari alla frequenza di 50 Hz. Tipicamente la dissipazione di un reattore ad alta frequenza è di 4÷5 W a fronte dei 12÷15 W di quelli usuali; la differenza, se confrontata con la potenza complessiva richiesta dalla lampada (20÷50 W), non è piccola.
Le lampade fluorescenti presentano un incremento dell'efficienza specifica all'aumentare della frequenza di alimentazione, almeno fino a valori di circa 40 kHz. Ciò può essere attribuito in gran parte alla riduzione dell'energia necessaria per reinnescare l'arco a ogni alternanza della tensione di alimentazione. Per tale via si ottiene un incremento di efficienza specifica del 7÷8%. Complessivamente (reattore più lampada) si hanno incrementi di efficienza dell'ordine del 20%. Vantaggi accessori sono costituiti dalla riduzione dei fenomeni stroboscopici e degli effetti di sfarfallamento, dall'assenza di rumore (si lavora a frequenze superiori a quelle udibili), dall'assenza della necessità di rifasamento, dall'accensione immediata. Lo svantaggio consiste nel maggior costo del reattore; la lenta diffusione di tali lampade deriva anche dall'esigenza di acquisire dati sicuri sull'affidabilità nel tempo degli alimentatori elettronici. Vedi tav. f.t.
Bibl.: J.B. Murdoch, Illumination engineering, New York 1985; G. Francolini, Illuminazione d'interni, Milano 1988. Cfr. anche la rivista Luce-Tecniche nuove, annate varie.