imbiancare
Pochi casi nella Commedia, con vari costrutti. Nel senso proprio di " diventare bianco ", con costrutto assoluto, è detto della vigna / che tosto imbianca [" si copre di muffa ", spiega con molta proprietà il Tommaseo, alludendo alla malattia cui vanno soggette le viti], se 'l vignaio è reo, è negligente.
Negli altri casi al concetto di ‛ bianco ' si unisce quello di ‛ luce ' (" la luce è bianchezza ", dice il Cesari nel commento a Pd VII 81); così (in If II 128, unico caso di costrutto transitivo) per i fioretti che, poi che 'l sol li 'mbianca [" chiarisce e lustra ", Anonimo], / si drizzan tutti aperti in loro stelo (singolare qui la chiosa di Benvenuto: " quia aperiendo eos ostendit eorum albedinem prius clausam "); così, al figurato (e con costrutto intransitivo pronominale), per l'umana creatura che il peccato rende dissimile al sommo bene, / per che del lume suo poco s'imbianca (Pd VII 81) o, con diversa metafora, nella domanda di Beatrice (VIII 12): Vuo' tu che questo ver più ti s'imbianchi?, " ti si chiarisca ".
Analogo al passo di If II è quello di Pg IX 2 La concubina di Titone antico / già s'imbiancava al balco d'orïente; qui alcuni commentatori, vedendo l'indicazione di un'ora della notte, intendono: " surgebat et apparebat alba, quia aurora lunae est alba, ubi aurora solis est rubea " (Benvenuto; così Buti, Anonimo, Daniello), mentre i più (Landino, Vellutello, Tommaseo e molti altri dei moderni) pensano all'aurora vera e propria. Per la complessa questione, v. le ampie note di Casini-Barbi e di Porena; comunque, il verbo conserva qui il valore già visto di " illuminarsi ", " schiarire ". Si noti poi la variante s'imbiaccava, " si dava in viso la biacca " (Petrocchi, ad l.), che conferirebbe al verbo (riflessivo) un valore concreto, piportandone il significato vicino a quello proprio (" divenire bianco "), toltane ogni allusione alla ‛ luce '.