imboccare [imbocche, in rima, II singol. pres. cong.]
Un'occorrenza in Rime LXI 4 (dove significa " imboccare una strada ", " cominciare ad andare in una data direzione ": per belle piagge volgere e imboccare / assai credo che deggia dilettare / libero core, con un significato che presuppone il senso " afferare colla bocca ", attestato in vari esempi antichi; cfr. Barbi-Maggini), e uno nella Commedia, nelle parole di Virgilio: Oh creature sciocche, / quanta ignoranza è quella che v'offende! / Or vo' che tu mia sentenza ne 'mbocche (If VII 72).
Le spiegazioni del passo ripetono sostanzialmente quella del Buti: " voglio che riceva la mia sentenza, come riceve lo fanciullo il cibo quando è imboccato ". Alla pur indubbia spiegazione del verso per il facile traslato tra i. e " insegnare " (cfr. CIBO e BOCCA), si oppone l'assoluta rarità dell'uso di i. con significato di " accogliere, ricevere, far proprio " (Crusca), " apprendere, imparare, ricevere nella mente " (Tommaseo, Dizionario), sicché questo passo della Commedia costituirebbe quasi un unicum. Dati, invece, i significati più frequenti di " tenere in bocca " o " adattare alla bocca " qualcosa - ad es., uno strumento musicale a fiato - e di " entrare ", " inserirsi " in qualcosa - ad es., in una piaggia, come nelle Rime sopra citate -, Virgilio sembra volere che D. imbocche (si osservi la desinenza -e, come in tocche, in rima con sciocche) quanto egli può dirgli a proposito della Fortuna, cioè che " si metta in bocca " un'opinione che poi ripeterà (o, quasi si trattasse di uno strumento, suonerà) ad altri, offuscati dall'ignoranza, o " cominci a entrare " nella verità razionale: l'eventuale polisemia s'inquadra ancora una volta nella ricchezza connotativa della poesia.