IMENEO
(῾Υμεᾒναιος, Imeneus). − In origine personificazione del canto nuziale (Hom., Il., xviii, 493; Hes., Scut. Herc., 274), viene presto considerato come un dio, conduttore dei cortei di nozze, il cui nome veniva invocato in occasione di ogni festività matrimoniale.
Le varie fonti, tutte concordi nel considerare I. di bellissimo aspetto, morto in giovane età, differiscono sull'origine del dio e sugli avvenimenti che legano il suo nome alle cerimonie di nozze. I. viene detto figlio di una musa (Calliope, Clio o Urania) e di Apollo, o di Dioniso e Afrodite o del cantore Magnes; circa le vicende della sua breve vita, secondo una tradizione I., abilissimo cantore, sarebbe morto − o avrebbe perso la voce − mentre cantava alle nozze di Dioniso e Arianna o di Dioniso e Althea; altre tradizioni narrano che I. sarebbe morto il giorno delle sue nozze o anche, secondo una versione tarda, I., giovane ateniese di bellezza quasi femminea, avrebbe salvato dalle mani dei pirati un gruppo di fanciulle che da allora invocarono il giorno delle nozze il nome dell'eroe, a buon augurio. Per questa ragione, o per evocare il ricordo dell'infelice destino del giovane, il nome di I. è sempre presente in occasioni nuziali.
Le caratteristiche fisiche di I. sono i capelli biondi (Nonn., Dionys., xxxiii, 67; Anth. Pal., ix, 321) e l'abito giallo (Catull., 61, 5; Ovid., Met., x, 1); gli attributi più comuni fiaccola, corona e flauto. Le ali possono essere presenti o mancare. Nonostante questi determinati segni distintivi, la identificazione di I. nelle raffigurazioni rimane però sempre incerta. Già con incertezza Luciano (Herod., 5) riconosce I. in una figura giovanile che appariva nel dipinto di Aetion (v.) delle nozze di Alessandro e Rossane (... ῾Υμεᾒναιος οιῇμαιᾒ ε½στιν ου½ γαᾕρ ε½πεγεᾒγραπτο τουᾓνομα). La stessa incertezza si presenta ogni qualvolta appare una figura giovanile, con o senza ali, connessa con una scena nuziale, com'è il caso, ad esempio, per la serie dei sarcofagi di Medea. La raffigurazione di I. più sicura e più bella rimane per ora quella del peristilio della Casa del Meleagro (Reg. vi) a Pompei.
Monumenti considerati. − Sarcofagi di Medea: C. Robert, Sarkophagreliefs, ii, Berlino 1890. Dipinto pompeiano: K. Schefold, Die Wände Pompejis, Berlino 1957, p. 112.
Bibl.: Jolles, in Pauly-Wissowa, IX, 1914, c. 126, s. v. Hymen, Hymenaios; P. Grimal, Dict. Myth. Gr. et Rom., Parigi 1951, s. v. Hymenaios.