IMMAGINAZIONE
. Termine filosofico, in genere di pertinenza della psicologia elementare, ma talora fatto oggetto di più importanti determinazioni speculative. Nel mondo antico il concetto d'immaginazione coincide con quello di fantasia (ϕαντασία: che però nel significato originario non vale tanto la funzione immaginativa o fantastica quanto il suo prodotto, l'immagine) come capacità di conservare e riprodurre interiormente le percezioni sensibili, preparando così la memoria. E tale è il più comune significato rimasto anche nell'età moderna al termine, come per es. risulta anche dalla definizione wolffiana, in cui l'imaginatio è detta facultas producendi perceptiones rerum sensibilium absentium. Ma il termine di fantasia si è venuto separando da quello d'immaginazione in quanto alla prima è stato attribuito il carattere dell'elaborazione estetica delle rappresentazioni, negata invece di solito alla seconda, obbediente a interessi pratici nella riproduzione o nuova associazione o creazione delle sue immagini. Particolare importanza filosofica ha infine assunto il termine nella concezione kantiana dell'"immaginazione pura" o "produttiva" (reine o produktive Einbildungskraft). A differenza dell'"immaginazione riproduttiva", che presuppone l'esperienza e la elabora empiricamente, l'immaginazione produttiva è per il Kant la facoltà trascendentale che rende possibile la prima unificazione dei dati intuitivi nell'unità dell'appercezione, e quindi l'intervento sistematore delle categorie: essa è con ciò una facoltà intermedia fra quelle del senso e dell'intelletto, e collaboratrice alla sintesi di entrambe. In Fichte, poi, eliminato il presupposto oggettivistico del Kant, l'"immaginazione produttiva" diviene addirittura la funzione creatrice che fornisce all'intuizione i suoi contenuti.