immortale
Come sinonimo di " non perituro ", " eterno ", l'aggettivo qualifica ciò che non ha fine, come in If II 14 corruttibile ancora, ad immortale / secolo andò; va qui notato che la coppia ‛ mortale-i. ' è correlata all'altra ‛ corruttibile-incorruttibile '. Per " non mortale ", " destinato alla vita eterna ", ricorre ancora in Cv II VIII 13 vedemo continua esperienza de la nostra immortalitade ne le divinazioni de' nostri sogni, le quali essere non potrebbono se in noi alcuna parte immortale non fosse; con ciò sia cosa che immortale convegna essere lo rivelante. La parte immortale di cui parla qui D. è l'anima umana, la cui immortalità è confermata dalla rivelazione mediante i sogni, che esige conformità tra l'immortalità di chi rivela e di chi tale rivelazione riceve. Afferma Alberto Magno (Nat. et orig. an. II 6): " quaedam sunt in somniis verae intelligentiae, quae non somnii habent rationem, sed potius oracula sunt, ab intellectibus supernis, et intellectui animae influxae: constat autem, quod horum receptio non est nisi secundum conformitatem animae humanae ad intellectus supernos caelestes, et non secundum aliquam dependentiam ad corpus: et ideo nec perire potest huiusmodi substantia recipiens oracula, corpore pereunte ". Ciò è confermato dal fatto (come avverte D. nello stesso luogo dove il termine ha valore sostantivo) che da lo mortale a lo immortale nulla sia proporzione. Al § 15 torna l'espressione ‛ mortale-i. ', che identifica rispettivamente ‛ corpo ' e ‛ anima ' (cioè corruttibile e incorruttibile), per il cui mescolarsi all'uomo è impedita una chiara visione della dottrina veracissima di Cristo, la quale noi non potemo perfettamente vedere mentre che 'l nostro immortale col mortale è mischiato, cioè durante la vita terrena, in cui per ragione possiamo vederla con ombra d'oscuritade, proprio per la mistura del mortale con l'immortale.