immunomodulatore
Agente terapeutico (chimico o biologico) che mira a regolare, attenuandole o attivandole, le alterazioni delle risposte immunitarie dell’organismo, interagendo sulle cellule effettrici e su quelle che inibiscono la produzione di anticorpi.
Ceppi di lattobacilli, di bifidobatteri e e di altri batteri fisiologicamente presenti nella mucosa intestinale inducono la produzione di interleuchina 10 da parte delle cellule intestinali e del sangue, con inibizione della produzione di linfociti T1 o della produzione da parte di questi di gamma interferone. L’attività di immunomodulazione si esplicherebbe pertanto negli stadi più precoci di presentazione dell’antigene al sistema immunitario.
Gli interferoni (alfa, beta, gamma) si legano a specifici recettori sulla superficie delle cellule, mediando la produzione di alcuni enzimi, l’inibizione della proliferazione cellulare, la stimolazione delle attività immunitarie, l’attività dei macrofagi. L’interferone alfa2b ricombinante è indicato in alcuni tumori maligni, nell’epatite cronica da virus B. L’interferone beta modula, spec. nei pazienti con sclerosi multipla, la risposta immune delle cellule T che producono l’interferone gamma e l’interleuchina 4.
Alcune immunoglobuline umane specifiche altamente purificate provenienti dal plasma non solo hanno azione sostitutiva nei casi di immunodeficienza, ma a dosi elevate hanno azione immunomodulatrice: per es., nella malattia di Kawasaki e specialmente nella porpora trombocitopenica idiopatica.