impari
Compare in Pd XIII 104 Onde, se ciò ch'io dissi e questo note, / regal prudenza è quel vedere impari / in che lo stral di mia intenzion percuote; / e se al " surse " drizzi li occhi chiari, / vedrai aver solamente respetto / ai regi, che son molti, e' buon son rari.
Molti fra i commentatori considerano i. voce verbale, ma già il lombardi propose: " è d'uopo che nelle parole del secondo verso, e quel vedere impari, soprassegnisi la ‛ è ', talché sia verbo e non copula, ed ‛ impari ' intendasi non verbo, ma aggettivo, che vaglia lo stesso che ‛ non avente pari ', o (come già il poeta del medesimo vedere ha detto) ‛ non avente secondo ' ". La maggior parte dei moderni segue quest'interpretazione, e spiega i. " senza pari ", " impareggiabile ", " sommo ": " quel vedere senza pari a cui l'intenzione delle mie parole mirava è solo prudenza, sapienza di re, non sapienza universale " (Chimenz). V. IMPARARE.