IMPASTO
− Questo termine è usato nel linguaggio archeologico per designare la più antica ceramica, le cui forme sono state modellate a mano, cioè senza l'ausilio della ruota.
Due sono i metodi per la fabbricazione del vaso d'i., quali ci sono documentati dai resti archeologici e dai confronti etriografici: o si costruisce il fittile sovrapponendo a cercine cordoni di argilla e facendo poi scomparire, lisciando, le linee di combaciatura, oppure lo si ricava vuotando un blocco di argilla e quindi modellandolo in modo che la parte cava venga a formare l'interno del vaso. Per la ceramica di i. non era usata argilla depurata, anzi, usualmente, all'argilla venivano mescolati tritumi di pietra, di paglia od altro per evitare che il fittile si screpolasse durante la cottura. Tuttavia si poteva ottenere un prodotto più fine rivestendo le pareti di un sottile straterello di argilla liquida (la cosiddetta ingubbiatura). Generalmente le pareti erano lisciate con una spatola di osso; se poi si voleva ottenere una particolare lucentezza, allora lo sfregamento veniva eseguito quando il vaso era già disseccato. Infine si effettuava la cottura, che avveniva a fuoco libero.
Nonostante l'uniforme elementarietà dei mezzi usati nella fabbricazione, molteplice è la varietà dei vasi preistorici d'i., varietà che si rispecchia sia nella forma del fittile che nella tipologia delle anse e nella tecnica e nei motivi decorativi; cosicché il vasellame d'i. non solo è per noi preziosa testimonianza delle varie civiltà che si sono sviluppate in epoca preistorica, ma, come espressione di un particolare gusto inventivo può, in un certo senso, essere anche considerato documento di attività artistica.
Bibl.: P. Laviosa Zambotti, Origini e diffusione delle civiltà, Milano 1947; P. Barocelli, Guida allo studio della Paletnologia, Roma 1948, p. 132 ss. (ivi bibl.).