atmosfera, impatto antropico sulla
atmosfèra, impatto antròpico sulla. – Secondo il quarto rapporto dell'IPCC (Intergovernmental panel on climate change), del 2007, l'aumento della temperatura media globale dell'atmosfera terrestre durante il 20° sec. è valutato in 0,74÷0,18 °C, con una probabilità del 95% che la causa sia da attribuire all'attività umana e del 5% che sia di origine naturale. Le stime dell'IPCC indicano per il 21° sec. un aumento della temperatura variabile da 1,1 a 6,4 °C: v. cambiamenti climatici. Accertato l'aumento di CO, CO2 e altri gas serra nella composizione dell'atmosfera, la maggiore attenzione si è rivolta alla concentrazione di ozono, che appare in riduzione in tutta la stratosfera, e più accentuatamente sopra le regioni polari (buco dell'ozono) come effetto della circolazione atmosferica. L'ozono è in grado di intercettare alcune delle radiazioni ultraviolette emesse dal Sole, considerate dannose, in dosi eccessive, per esseri umani e animali, benché non sia accertato in quale misura il danno proceda dalle radiazioni intercettate dall'ozono (UV-B) e da quelle con cui l'ozono non interferisce (UV-A). La scoperta dell'assottigliamento dello strato di ozono sull'Antartide risale alla metà degli anni Settanta del secolo scorso, mentre l'inizio delle registrazioni sistematiche sull'andamento stagionale della concentrazione del gas risale ai primi anni del decennio seguente. Sull'area antartica, in poco meno di 40 anni l'ozono si è ridotto di un terzo; alle medie latitudini la riduzione sarebbe di circa il 4%. Malgrado il breve periodo di osservazione, si ritiene che la rapida diminuzione dell'ozono sia causata essenzialmente dall'immissione artificiale in atmosfera di clorofuorocarburi (CFC), di altri composti a base di cloro e di bromo (presenti per es. in alcuni pesticidi), nonché forse dell'idrogeno, prodotti da attività antropiche. La produzione e l'impiego di CFC sono stati virtualmente eliminati a seguito di accordi internazionali siglati sul finire del 20° sec., operativi dall'inizio del successivo. È oggetto di studio anche la relazione tra le basse temperature alle alte quote e la riduzione dell'ozono. L'aumento del buco antartico è proceduto rapidamente nel corso degli anni Ottanta, in maniera più incerta durante il decennio successivo e ha toccato il massimo nel 2006; dall'inizio del 21° sec. ha anche registrato annate di sensibile, ma non costante, inversione di tendenza. Nel 2011, invece, è stata registrata una riduzione eccezionale del livello di ozono sopra l'Artico e sopra l'altopiano tibetano.