impatto zero
impatto zèro locuz. agg. – Azioni, imprese e stili di vita che hanno impatto ambientale nullo o molto basso, che cioè, tra altri effetti, non alterano sostanzialmente il bilancio di CO2, metano o altri gas inquinanti del sistema ambientale di cui fanno parte. La riduzione di tali emissioni nocive può essere raggiunta in modi diversi che vanno dall’acquisto di crediti di carbonio (v. ET) all’utilizzo di macchine poco inquinanti e di elettrodomestici a basso consumo, dalla piantumazione di alberi fino all’adozione di uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente. Nel settore edile, in particolare, se ne parla a proposito degli edifici altamente sostenibili, che utilizzano cioè impianti solari fotovoltaici e termici, sistemi d’isolamento passivi per minimizzare i consumi energetici, materiali da costruzione e da finitura riciclati, impianti d’illuminazione a risparmio energetico e così via. È ciò che designa il termine tedesco passivhaus: un edificio progettato e costruito in modo da rendere massimo l’isolamento e, di conseguenza, minimi i consumi energetici, al punto da non richiedere alcun impianto di riscaldamento tradizionale. Il Passivhaus institut definisce casa passiva gli edifici aventi fabbisogni energetici annui per il riscaldamento e il raffreddamento ciascuno inferiori ai 15 KWh a m2 e un fabbisogno energetico primario annuo inferiore ai 120 KWh a m2. LifeGate, il network italiano di comunicazione fondato nel 2001 dall’imprenditore Marco Roveda (1951) che include una radio, un portale web e un magazine, ha brevettato la locuzione Impatto Zero; esso aiuta e affianca singole persone e aziende in un percorso di calcolo, riduzione e compensazione delle proprie emissioni, e contribuisce alla creazione e alla tutela delle foreste ma anche a progetti che sviluppano le fonti rinnovabili di energia o, più in generale, l’efficienza energetica con l’obiettivo di applicare gli intenti del Protocollo di Kyoto.