impollinazione
Un processo indispensabile per la riproduzione delle piante
L'impollinazione consiste nel trasporto del polline da una pianta all'altra per opera di diversi agenti impollinatori. È un processo indispensabile: serve a far sì che il granulo di polline proveniente da un fiore raggiunga la cellula uovo del fiore di un'altra pianta della stessa specie. Solo così avviene la fecondazione cui seguirà la produzione di frutti e di semi. Insetti, uccelli o pipistrelli ma anche vento e acqua sono gli agenti impollinatori che trasportano il polline da qualche metro fino a migliaia di chilometri dalla pianta originaria
Affinché una pianta produca il seme e quindi generi nuove piantine, è indispensabile la fecondazione, cioè la fusione di un granulo di polline maschile con la cellula uovo femminile. Di solito la fecondazione interessa cellule sessuali che provengono da piante diverse, raramente da una stessa pianta e ancor più raramente da uno stesso fiore. Ma il granulo di polline come raggiunge la cellula uovo di un'altra pianta? Può farlo solo se trasportato dagli agenti impollinatori: animali (insetti, uccelli o pipistrelli), vento o acqua. Nel corso dell'evoluzione, perciò, sia le piante sia gli animali hanno sviluppato caratteri particolari che li rendono entrambi sempre più specializzati e 'sintonizzati' le une con gli altri per assicurare l'incrocio tra piante diverse.
Coleotteri, api, farfalle (tra cui anche le falene) sono alcuni insetti che per nutrirsi vanno alla ricerca del polline o del nettare, una sostanza zuccherina prodotta dai fiori. È così che assicurano il trasporto del polline da una pianta all'altra determinandone la disseminazione. I coleotteri, per esempio, visitano abitualmente i fiori di ninfea, magnolia e sambuco, dal forte profumo. Api e calabroni amano altri fiori profumati come rosmarino, salvia e alcune orchidee; per questo hanno un apparato boccale adatto a succhiare il nettare situato proprio in fondo al fiore e zampe specializzate per raccogliere e trasportare il polline.
Un altro esempio è quello del bombo, un imenottero che passando da fiore a fiore assicura l'impollinazione della salvia. Una volta dentro il fiore, il bombo è obbligato a salire su una piccola leva a cui sono connessi stami e pistilli. La leva, spostata dal peso dell'insetto, piega lo stame o l'estremità del pistillo una volta che questi sono maturi. Nel fiore della salvia maturano prima gli stami e poi i pistilli; ciò significa che il dorso dell'insetto prima si sporca di polline e solo successivamente, quando entra in un altro fiore, piega l'estremità del pistillo: quest'ultimo raccoglie il polline rimasto sul dorso che servirà a fecondare la cellula uovo.
In alcuni periodi dell'anno il vento trasporta nell'aria o a pelo dell'acqua un pulviscolo giallognolo o una lanugine bianca che fanno arrossare gli occhi, e irritare il naso e la gola ai soggetti allergici. Alle nostre latitudini ciò accade durante la primavera, l'inizio dell'estate o la fine dell'autunno, quando le antere di molti fiori si aprono e liberano nell'aria piccoli granelli di polline che vengono trasportati via dal vento.
Pioppi, faggi, ontani, querce, castagni, salici, olmi ma anche grano, mais, avena, riso e ortica sono dette piante anemofile perché affidano il trasporto del loro polline al vento. Poiché non devono attrarre nessun animale che assicuri la loro riproduzione, hanno alcuni caratteri comuni: i loro fiori non contengono nettare, non sono vistosi né profumati. Sono piuttosto piccoli, poco appariscenti, spesso riuniti insieme in infiorescenze così da garantire produzione di polline elevata. Il polline di un salice, per esempio, una volta liberato dalle antere (parte superiore dello stame) vaga casualmente nell'aria seguendo la direzione del vento; è poco probabile perciò che incontri subito e senza ostacoli lo stimma (parte superiore del pistello) di un altro salice; per aumentare la probabilità della fecondazione il salice è dunque costretto a produrre grandi quantità di polline.