impresa
Organizzazione rivolta alla produzione o allo scambio di beni e servizi, realizzati attraverso l’impiego di lavoro e di macchine. Il termine è il participio passato del verbo imprendere, già noto nel tardo Medioevo con il significato di «intraprendere», «incominciare», derivato dal latino parlato imprehendere, ed è composto da ‘in’ e ‘prehendere’, che significava «assumere sopra di sé», «prendere all’interno». Partendo dall’etimologia antica, progressivamente consolidatasi nel tempo, la parola ha identificato ‘l’acquisire o avviare una attività, internalizzandone il controllo’ e, per estensione, l’organismo entro cui vengono coordinate e gestite le attività sottoposte a uno stesso controllo. Questo organismo coincideva inizialmente con la persona che avviava, controllava e gestiva tali attività, cioè l’imprenditore, ma successivamente assunse una propria autonomia, separando le funzioni di controllo proprietario e di gestione funzionale delle attività. Con l’affermazione del capitalismo, l’i. divenne il centro dell’organizzazione della produzione e degli scambi rivolti al mercato.
Disponendo di capitale, lavoro e materie prime, l’imprenditore astrattamente deve definire una sua funzione di produzione al fine di massimizzare il proprio profitto. L’imprenditore deve individuare un prodotto, organizzarne il processo produttivo, coordinare le attività di diversi lavoratori, con competenze e capacità differenziate, predisporre le macchine e gli strumenti di lavoro, organizzare la distribuzione del prodotto al mercato, così come nelle fasi iniziali del ciclo produttivo deve reperire i capitali necessari ad attivare il processo, acquisire le materie prime e le macchine adeguate, addestrare i lavoratori, progettare il prodotto, definire una strategia di vendita e di penetrazione su un mercato in cui altri concorrenti operano o possono operare. A. Smith stilizza la complessità di tale organizzazione e spiega come l’organizzazione produttiva (la divisione del lavoro) debba essere sempre limitata dalla estensione del mercato, cioè debba essere sempre commisurata alle effettive condizioni di concorrenza in cui l’i. si trova a operare. L’apertura di nuovi mercati, per es., implica nuovi acquirenti, ma anche nuovi concorrenti, quindi necessita di un adeguamento strategico della produzione.
L’i. assume una varietà di forme in ragione della tipologia del rapporto tra controllo proprietario e gestione delle attività. Può essere esercitata da una persona fisica o da una persona giuridica. Nel primo caso la persona fisica risponde con i propri beni personali ai bisogni patrimoniali dell’i. stessa; oltre alle i. individuali, in cui un solo individuo svolge tutte le attività proprietarie e imprenditoriali, rientrano in questo ambito anche le i. familiari, in cui collaborano anche il coniuge e/o i parenti entro il terzo grado, che così vengono tutelati nella loro posizione di collaboratori all’interno dell’impresa. Quando l’i. assume una propria personalità giuridica, l’attività può rivestire varie forme societarie, in relazione ai rapporti tra i diversi soci e la stessa società: si distinguono società di persone, in cui il patrimonio dei soci e quello della società non sono perfettamente separati (società semplici, società in nome collettivo, società in accomandita semplice, in cui a differente titolo i soci rispondono con il proprio patrimonio in caso di fallimento della società), società di capitali (società a responsabilità limitata, società per azioni, società in accomandita per azioni, in cui il patrimonio dei soci è distinto da quello della società, e solo quest’ultimo viene chiamato a rispondere in caso di fallimento), società cooperativa, quando l’impresa ha scopo mutualistico fra soci consumatori o produttori, che assumono direttamente la funzione imprenditoriale, esercitata in modo solidale (➔ anche società, tipologie di).