IMRU' ul-QAIS
Poeta arabo preislamico, della tribù sudarabica dei Kindah. Ebbe vita randagia, cercando invano di riacquistare il regno che i suoi avi avevano fondato nel Neǵd. Morì ad Angora, tra il 530 e il 540 d. C., di ritorno dalla corte bizantina, dove aveva ottenuto un comando sul limes del deserto siro-arabico.
Il suo divano poetico, tra cui celeberrima la mu‛allaqah (v.) con la descrizione del destriero, solleva ardue questioni d'interpretazione storico-filologica e di autenticità; ma dall'indubbio fondo autentico appare una vigorosa personalità poetica, in cui i motivi erotici, descrittivi, sentenziosi che dovevano poi diventare tradizionali della poesia araba beduina, furono trattati con alta maestria artistica e profondità di esperienza umana. Una parziale edizione, con traduzione latina, fu curata da M. G. De Slane, Parigi 1837; un'edizione completa è in W. Ahlwardt The divans of the six ancient Arabic poets, Londra 1870, p. 115 segg.; e una libera traduzione tedesca ne fu data da F. Rückert, Amrilkais der Dichter und König, Stoccarda 1843; 2ª ed., Hannover 1924.