In Cold Blood
(USA 1967, A sangue freddo, bianco e nero, 134m); regia: Richard Brooks; produzione: Richard Brooks per Columbia; soggetto: dall'omonimo romanzo di Truman Capote; sceneggiatura: Richard Brooks; fotografia: Conrad Hall; montaggio: Peter Zinner; scenografia: Robert Boyle; costumi: Jack Martell; musica: Quincy Jones.
Inverno 1959. Gli ex detenuti Perry Smith e Dick Hic-kock si mettono in viaggio per raggiungere Holcomb, nel Kansas, con l'intenzione di derubare la famiglia Clutter, nella cui abitazione si troverebbe una cassaforte piena di denaro. Dick è disposto a eliminare tutti i testimoni e Perry, che una volta si era vantato di aver ucciso un uomo a sangue freddo, non si oppone a questa decisione, visto che Dick gli ha promesso che dopo andranno in Messico a caccia di un tesoro, cosa che Perry ha sempre sognato di fare insieme al padre. Per la famiglia Clutter è un sabato come tanti altri. L'adolescente Nancy comunica all'amica Susan che non potrà passare la serata insieme a lei perché verrà a trovarla Bobby, il suo ragazzo. La signora Clutter, reduce da un ricovero in clinica, va a letto presto. Intanto Bobby arriva e trascorre la serata insieme a Nancy. Quando se ne va, Perry e Dick, appostati nella loro auto vicino alla casa, discutono se portare a termine o meno il loro piano, e Dick riesce a convincere Perry. Il mattino dopo alcuni vicini scoprono i cadaveri di Kenyan e Herbert Clutter nello scantinato della loro abitazione. Sul pavimento imbrattato di sangue sono visibili le impronte lasciate da due diversi tipi di scarpe. Il montaggio associativo ci fa capire che un paio di esse appartiene a Perry, poi vediamo quest'ultimo che si lamenta con Dick perché il loro bottino ammonta soltanto a quarantatre dollari. Raggiungono comunque il Messico, dove il sogno della caccia al tesoro svanisce presto: Dick spende tutti i soldi in alcol e donne, mentre Perry si limita a guardarlo. Nel frattempo Alvin Dewey, agente dell'FBI, insieme al collega Harold Nye svolge indagini sul delitto, spesso in compagnia di un giornalista-confidente. Dick e Perry, ormai al verde, decidono di ritornare negli Stati Uniti. Arrestati a Las Vegas per furto d'auto, vengono interrogati separatamente finché Dick non crolla, accusando Perry degli omicidi. Sull'auto che li riporta in Kansas, Perry racconta gli eventi della notte del delitto, ai quali assistiamo in flashback. Processati e condannati a morte, i due trascorrono i loro ultimi giorni nel carcere di stato del Kansas. Poco prima che l'esecuzione abbia luogo Perry racconta che il padre, furioso per il fallimento di un proprio piano per arricchirsi, aveva tentato di ucciderlo. Dick viene giustiziato per primo, mentre Dewey, Nye e il giornalista assistono alla sua esecuzione. Mentre Perry attende il suo turno immagina che il boia, così come il signor Clutter al momento del delitto, assuma le sembianze di suo padre.
Pubblicato a puntate sul "New Yorker" con grandissimo successo, In Cold Blood, romanzo 'non-fiction' di Truman Capote, era basato su una ricerca condotta in mesi di interviste con persone che avevano commesso omicidi. Nel film i ruoli dei due assassini sono interpretati da due sconosciuti: all'ex bambino prodigio Robert Blake fu affidata la parte di Perry, a Scott Wilson quella di Dick. Anche se il regista e sceneggiatore Richard Brooks aveva annunciato che durante la lavorazione non avrebbe lasciato trapelare alcuna informazione sul film, in veste di produttore cambiò idea e si diffuse una vera e propria bufera di notizie sulla sua decisione di filmare ogni cosa, compreso il delitto, nel luogo reale dei fatti. Un aspetto del film su cui Brooks mantenne invece il segreto fu la sua sceneggiatura, della quale esisteva soltanto una copia, mentre le parti venivano consegnate agli attori giorno per giorno. Evidentemente Brooks temeva che, se essa fosse stata resa nota, la televisione avrebbe potuto servirsene prima che il film fosse terminato (un remake televisivo del film è stato realizzato da Jonathan Kaplan nel 1996, con Eric Roberts e Anthony Edwards nei ruoli dei due assassini). Ironicamente, questa sceneggiatura così gelosamente custodita si rivela in realtà l'anello più debole nella catena produttiva. Fedele al romanzo per molti aspetti, compreso il coup de théâtre dell'elisione dei delitti, il film mostra infatti qualche goffaggine e qualche arbitrarietà nella resa degli alterni punti di vista che Capote aveva utilizzato nei capitoli iniziali. L'uso sistematico del montaggio alternato contribuisce a creare l'immagine di un mondo in cui i vari personaggi risultano isolati, come nel caso di Perry e Dick durante gli interrogatori, o dei membri della famiglia Clutter poco prima della morte. L'invenzione meno felice di Brooks consiste nell'aggiunta del personaggio del giornalista che funge da coro, esprimendo le proprie opinioni sulla pena capitale. Mentre Capote chiude la vicenda con una scena elegiaca tra Alvin Dewey e la migliore amica di Nancy Clutter in un cimitero, Brooks termina il film con l'esecuzione di Perry. Questa scelta è dovuta al fatto che Alvin Dewey, personaggio di grande importanza e spessore nel libro, nel film diviene poco più di un'incolore comparsa, così come chiunque altro a parte i due killer.
Scott Wilson e Robert Blake impersonano in maniera impeccabile i due personaggi descritti da Capote, dalla bellezza leggermente asimmetrica di Dick allo "sguardo lacrimoso e femminile" di Perry. Come Capote, Brooks affida il film alle fantasie e ai ricordi di quest'ultimo (compreso l'incauto flashback di una scena primaria non presente nel romanzo). Il ritratto di bravo ragazzo sociopatico fornito da Wilson funge da nitido contrappunto all'indeterminatezza del suo compagno, mentre l'abitudine da parte di Dick di chiamare l'amico 'tesoro' sottolinea il fatto che nel film i due killer vengono presentati come una coppia, esattamente allo stesso modo dei due assassini di Rope (Nodo alla gola, 1948) di Hitchcock. La scelta di utilizzare gli abitanti di Holcomb come comparse e quella di girare in ambienti reali, tra cui la casa della famiglia Clutter, si rivela vincente grazie alla fotografia di Conrad Hall. L'inverno del Midwest è uno dei protagonisti del film e la sua oscurità è talmente intensa che sembra divorare le immagini. Potenziando l'intensità dei flash Hall riuscì a filmare la sequenza del delitto con immagini buie attraversate da fasci di luce, mentre la scelta di utilizzare il formato Panavision suggerisce l'idea che ogni immagine sia una prigione fatta di luce e ombra, dove la parte superiore del fotogramma incombe sui personaggi intrappolati al suo interno. La scena più celebre del film fu ispirata da una scenografia, quella della cella di Perry nel Braccio della Morte. Mentre stava sistemando le luci per la scena dell'ultimo monologo di Perry, Hall si accorse che le gocce di pioggia artificiale sulla finestra della cella si riflettevano sul viso della controfigura e fece notare la cosa a Brooks. E nella scena in cui Blake confessa il proprio amore-odio per il padre, le gocce riflesse scorrono sul viso dell'attore come lacrime al neon.
Interpreti e personaggi: Robert Blake (Perry Smith), Scott Wilson (Dick Hickock), John Forsythe (Alvin Dewey), Paul Stewart (Bill Jenson, giornalista), Gerald S. O'Loughlin (Harold Nye), Jeff Corey (padre di Dick), Charles McGraw (Tex Smith), John McLiam (Herbert Clutter), John Gallaudet (Roy Church), Ruth Storey (Bonnie Clutter), James Lantz (Rohleder), James Flavin (Clarence Duntz), Brenda Currin (Nancy Clutter), Paul Hough (Kenyan Clutter).
H. Hart, In Cold Blood, in "Films in review", n. 1, January 1968.
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