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inbreeding

di Rita Lorenzini - Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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inbreeding

Rita Lorenzini

Termine che identifica comunemente l’accoppiamento tra individui consanguinei, il cui grado di parentela risalga a tre o quattro generazioni precedenti; viene anche definito inincrocio. La progenie di due genitori imparentati ha una certa ;probabilità di ereditare due copie ‘identiche per discendenza’ dello stesso allele di un gene già presente in un antenato comune. Il coefficiente di inbreeding è un parametro che stima proprio questa probabilità, quantificando il tasso di inincrocio esistente all’interno di una popolazione, e dunque valutando il livello medio di parentela tra gli individui. Il coefficiente di inbreeding dipende inversamente dalla dimensione effettiva della popolazione, ovvero da quella frazione di individui della popolazione che, riproducendosi, partecipano con i propri geni alle generazioni successive. È facile intuire che una popolazione ampia avrà un grado di consanguineità inferiore rispetto a una popolazione di dimensioni ridotte, in cui gli individui hanno, per forza di cose, una maggiore probabilità di essere imparentati. Altrettanto intuitivo è che le popolazioni piccole, se riproduttivamente isolate, sono le più esposte agli aumenti di consanguineità. L’inbreeding può determinare effetti negativi sia a livello individuale sia di popolazione. Un regime riproduttivo di inincrocio può infatti portare alla fissazione casuale di alleli recessivi deleteri, che in genere sono associati a caratteri fenotipici svantaggiosi, per es., la manifestazione di certe malattie ereditarie, e che normalmente vengono mantenuti silenti nella popolazione in condizioni eterozigote. Molti alleli recessivi hanno effetti addirittura letali se ereditati in doppia copia. In generale, l’aumento della consanguineità genera tutta una serie di condizioni sfavorevoli che nell’insieme vengono chiamate depressione da inbreeding e che si manifestano prevalentemente nei caratteri che riguardano la sopravvivenza e le capacità riproduttive, quali mortalità, fecondità, natalità, oppure le potenzialità evolutive, quali l’adattamento alle variazioni ambientali e la resistenza alle malattie.

→ Biologia della conservazione

Vedi anche
indivìduo eterozigòte eterozigòte, indivìduo In genetica, individuo diploide ibrido per un carattere mendeliano, nel quale cioè il gene per un determinato carattere è formato da un allele dominante e da uno recessivo. Nel fenotipo, in genere, si manifesta soltanto il carattere dominante. caràtteri ereditari caràtteri ereditari Caratteri che vengono trasmessi dai genitori ai figli e alle generazioni successive. Gli esseri viventi hanno la caratteristica di trasmettere alla progenie, per mezzo del patrimonio genetico, le informazioni relative ai caratteri morfologici e fisiologici. Il primo a chiarire le ... allele Ciascuno dei due o più stati alternativi di un gene che occupano la stessa posizione (locus) su cromosomi omologhi e che controllano variazioni dello stesso carattere. Gli allele di un gene possono codificare prodotti quantitativamente o qualitativamente diversi. Per uno stesso gene gli organismi possono ... inincrocio In genetica, incrocio tra individui consanguinei. I livelli di inincrocio nelle popolazioni naturali sono una conseguenza della distribuzione geografica, del meccanismo di riproduzione e del comportamento dei vari individui nell’ambito della specie. Se parenti stretti occupano aree adiacenti, l’inincrocio ...
Categorie
  • GENETICA in Biologia
Vocabolario
inbreeding
inbreeding 〈inbrìidiṅ〉 s. ingl. [der. del v. (to) inbreed «far accoppiare animali consanguinei», comp. di in- «in-1» (con il sign. di «dentro, all’interno») e (to) breed «generare, riprodursi»], usato in ital. al masch. – In genetica, termine...
inincrócio
inincrocio inincrócio s. m. [comp. della prep. in e incrocio, per traduz. dell’ingl. inbreeding]. – In genetica e in zootecnia, la riproduzione sessuale tra individui appartenenti allo stesso ceppo; lo stesso che endogamia.
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