incantatore
In Rime LII 11 monna Vanna e monna Lagia... / con noi ponesse il buono incantatore. Per l'intelligenza del testo non è necessario che l'artefice dell'incantesimo abbia un'identità definita: questo il parere del Barbi.
Il Rajna, seguito dallo Scherillo, riconoscendo nel ‛ vascello ' dei sogni di D. il ricordo di uno degl'incantesimi del mago Merlino, " la nef de joie et de deport " (di cui si parla in una versione francese della leggenda di Tristano), sostiene che il buono incantatore sia appunto Merlino. Di questa specie di barca della felicità vi è traccia anche nel Mare amoroso: " E se potesse avere una barchetta, / tal com' fu quella che donò Merlino / a la valente donna d'Avalona, / ch'andassi sanza remi e sanza vela / altressì ben per terra com' per aqua /... poi intrerei con voi in quella barchetta / e mai non finerei d'andar per mare " (Contini, Poeti I 495), ove il tema della barca di Merlino è contaminato con quello di Tristano e Isotta. Che D. abbia taciuto il nome di Merlino è pura discrezione d'arte.
Bibl. - P. Rajna, D. e i romanzi della Tavola Rotonda, in " Nuova Antol. " 10 giugno 1920; M. Scherillo, La Vita Nuova e il Canzoniere, Milano 1930, 20-22.