incarcerato
Il verbo è usato per esprimere l'immagine dell'anima chiusa nel corpo come in una prigione: l'anima è legata e incarcerata per li organi del nostro corpo (Cv II IV 17).
L'idea, prima che negli scrittori cristiani, era nei classici: " ex hac vita quasi carcere migramus " (Cic. Somn. Scip. 1); " exanimes artus invisaque claustra timentem / carceris antiqui " (Lucano VI 721-722).
In If XIII 87 (spirito incarcerato), trattando il poeta della pena dei suicidi, l'appellativo rappresenta la particolare condizione delle anime strette nelle fibre vegetali.