incesto
Rapporto sessuale tra persone legate da vincoli di parentela.
In psicoanalisi, l’individuazione del complesso di Edipo (➔) come fase fondamentale dello sviluppo individuale da parte di Sigmund Freud, ha reso evidente che ogni individuo possiede per via innata fantasie incestuose più o meno inconsce; come egli scrive in Totem e tabù (1912- 1913): «La psicoanalisi ci ha insegnato che la prima scelta dell’oggetto sessuale da parte del bambino è incestuosa, s’indirizza su oggetti rigorosamente proibiti, la madre e la sorella; e ci ha permesso anche di riconoscere per quali strade l’adulto si libera dell’attrazione dell’incesto. […]. Siamo giunti a ritenere che il rapporto con i genitori, caratterizzato fondamentalmente da pretese incestuose, costituisca il complesso nucleare della nevrosi [corsivo nell’originale]». Carl G. Jung rifiuta questa interpretazione letterale dell’i. come desiderio di rapporti sessuali con il genitore di sesso opposto, e riformula le fantasie incestuose delle persone come un tentativo di regressione agli stadi primigeni dello sviluppo psichico (simboleggiati dall’immagine ancestrale della madre) con lo scopo di rigenerare il proprio mondo interiore.
In antropologia, la proibizione contro l’i. ha ricevuto diverse interpretazioni. Secondo Lewis H. Morgan, il cosiddetto tabù dell’i. (da cui Freud prende spunto per il suo saggio sull’argomento) serve per evitare i danni biologici alla specie derivanti dall’incrocio del materiale genetico; secondo Bronislaw Malinowski il rapporto sessuale tra consanguinei sarebbe ostacolato dal senso di familiarità, che induce ripugnanza per il contatto sessuale tra membri dello stesso gruppo e facilita l’attrazione verso membri di un gruppo diverso. La teoria elaborata da Claude Lévi-Strauss è più dinamica e complessa rispetto alle altre, poiché, secondo l’antropologo francese, il primitivo cerca di controllare il proprio ambiente sociale individuando nettamente nemici o amici. Un modo per risolvere il problema è quello di allargare il più possibile i buoni rapporti sociali tra gruppi confinanti, e ciò avverrebbe mediante lo scambio delle donne. Perciò il tabù dell’i. consisterebbe nel divieto di tenere per sé le donne del proprio nucleo familiare, allo scopo di fondare una comunità allargata o la società stessa.