inchinare
Col valore di " piegare il corpo " il verbo è attestato in Pg IX 11, ove non si trascurerà la ripresa del verbo non composto ‛ chinare ' (v.) dal v. 9: e 'l terzo [passo] già chinava in giuso l'ale [si osservino le allitterazioni di gi-]; / quand'io... / vinto dal sonno, in su l'erba inchinai / là 've già tutti e cinque sedavamo. L'Ottimo, latineggiando, rendeva il passo con " inclinò in su la erba "; il confronto con Cavalca Vite dei Ss. Padri I 192 " Così sedendo inchinava e dormiva un poco ", rende certa l'ipotesi che D. non si coricasse né si piegasse in terra (Tommaseo, Dizionario), ma, " imperò che la carne non potea stare sensa dormire " (Buti), cedesse al sonno, piegando inavvertitamente " la persona... e specialmente il capo, in basso, in giù " (Crusca), sull'erba ov'era seduto.
All'atteggiamento consapevolmente recline del corpo corrisponde una significazione di rispetto, di reverenza, di gratitudine, nelle attestazioni intransitive di i., in If IX 87 (Virgilio fé segno / ch'i' stessi queto ed inchinassi ad esso) e Fiore CXXXVII 14 la Vecchia... gline merzìa molto e gline 'nchina. Tra gli esempi precedenti non si trascurerà l'emendamento le 'nchina in Cavalcanti Una figura 10, in luogo del tradito lanchina, risolto in la 'nchina (ediz. Favati, p. 313).
Significato affine a questo ha il pronominale ‛ inchinarsi ' in Pg XXI 130: Stazio già s'inchinava ad abbracciar li piedi al mio dottor, ma el li disse: " Frate, / non far... ". / Ed ei surgendo, ecc. Il Buti spiegava: " lo volse abbracciare ai piedi per riverenzia ", e l'uso del verbo ha un analogo in Rime dubbie XXVI 3 ogni persona che la [donna] ve' s'inchina / a veder lei, e nel sonetto cavalcantiano Chi è questa 10 " a le' s'inchin'ogni gentil vertute ".