inciuciare
v. intr. (iron.) Tendere all’inciucio, stabilire compromessi poco trasparenti, adottare soluzioni pasticciate.
• il Pdl ha preso la palla al balzo per sospendere la seduta («dobbiamo esaminare la situazione») e riunirsi. Tra i propri componenti. «Stanno inciuciando», ha tagliato corto la relatrice di Fli, Angela Napoli. Alla ripresa della seduta il Pd è riuscito a mandare a segno l’emendamento che innalza le pene minime (da 3 a 7 anni) e massime (da 4 a 8 anni) per una fattispecie di corruzione. (Gabriella Bellucci, Sicilia, 18 maggio 2012, p. 3, Il Fatto) • Si è usata molto nelle ultime settimane la parola inciucio. Che cosa significa veramente? Lo spiega Ermanno Rea, lo scrittore di «Mistero napoletano» che possiede i quattro quarti di nobiltà partenopea per farlo. Di origine onomatopeica, la parola nasce dal verbo inciuciare, parlar sommessamente, spettegolare e di qui il sostantivo pasticcio, intrigo, accordo improprio, pastrocchio tra diversi. Una pratica da comari napoletane sedute fuori dai bassi nel vicolo. (Corrado Stajano, Corriere della sera, 1° maggio 2013, p. 13, Primo Piano) • Noi siamo una forza anti-sistema e perciò non possiamo “inciuciare” col sistema. Peraltro se [Michele] Emiliano avesse voluto fare le cose perbene, avrebbe potuto scegliere all’interno dei centosessanta curricula che gli avevamo inviato. Erano quelli di gente esterna al M5S» (Antonella Laricchia intervistata da L. P., Repubblica, 8 luglio 2015, Bari, p. II).
- Derivato dal s. m. inciucio con l’aggiunta del suffisso -are1.
- Già attestato nella Stampa del 28 novembre 1995, p. 2, Interno (Massimo Gramellini).