incominciare
Verbo alternativo di ‛ cominciare ' (v.), usato con una certa varietà di costrutti.
Quello assoluto, nel senso di " prendere le mosse ", " nascere ", è limitato a Cv IV V 10 da Romolo incominciando... infino a la sua perfettissima etade... per divine operazioni andò lo suo [di Roma] processo, a Vn XIV 4 mi parve sentire uno mirabile tremore incominciare nel mio petto (preludio alla scena del ‛ gabbo ', il tremore " nasce " come presentimento dell'incontro di Beatrice), e a Rime LX 9 Or incomincia, Amor, ché si convene, con riferimento all'audendo dire, " celebrare " il valore della donna amata (cfr. v. 8. Per questo stesso costrutto, con diverso significato, v. OLTRE).
Il costrutto transitivo, nel senso di " dare inizio a ", si ha soltanto in Rime LXVII 12 elli [gli occhi della donna] incominciaro / la morte mia, e Pd XXVI 43 Sternilmi [il vero] tu ancora, incominciando / l'alto preconio.
Qui è dubbio se si tratti del Vangelo di Giovanni o dell'Apocalisse, e proprio l'i. è indicazione discriminante, per il Porena, per preferire la prima delle due opere (" Quell'incomonciando... deve... accennare al principio dello scritto ricordato; e in principio dell'Apocalisse non troviamo nulla che corrisponda ad affermazione della bontà divina. Invece proprio nel 3° e 4° versetto del Vangelo abbiamo Omnia per ipsum facta sunt... ", ecc.). Il Donadoni pare propendere piuttosto per l'opinione del Moore, che pensa al III capitolo di Giovanni: cfr. Lett. dant. 1870-1871.
Molto più frequente l'uso di i. come servile, seguito da un infinito introdotto da ‛ a '. Esprime il progressivo attuarsi di un fenomeno, in Pd XXVII 12 quella [face] che pria venne / incominciò a farsi più vivace, dove serve a creare una prospettiva temporale in cui si evidenzi la distanza tra lo splendore dei beati al Gloria e quello nuovo e particolare di s. Pietro, che dalla presenza del pellegrino è mosso all'invettiva contro i papi degeneri; altrove i. significa l'inizio di un'attività esplicitamente indicata: If V 25 Or incomincian le dolenti note / a farmisi sentire (dove si avverte una particolare intensità di significato per l'imminente aprirsi della vera e propria scena infernale); XXVII 35, Pg VIII 7 io incominciai a render vano / l'udire.
Nelle due occorrenze di Pg XIX 53 - " Che hai che pur inver' la terra guati? ", / la guida mia incominciò a dirmi e Vn XXIII 10, il sintagma apre il discorso diretto; ma in questa funzione è molto più frequente l'uso assoluto del verbo: If XXIX 102 io incominciai, poscia ch'ei volse: / " Se la vostra memoria... "; Pg III 103 E un di loro incominciò: " Chiunque / tu se'... "; V 64, XVI 37, XXII 10, XXVI 53, XXXIII 29, Pd VIII 32, XI 18, XXI 52, XXVII 104. In Pg VI 71 e 'l dolce duca incominciava / " Mantüa... ", nell'introdurre il discorso di Virgilio il verbo conserva più vivo il senso dell'inizio, per il rapporto con la sollecita interruzione di Sordello alla prima parola. Talvolta i. interrompe un discorso già iniziato: " O ben finiti, o già spiriti eletti ", / Virgilio incominciò, " per quella pace... " (Pg III 74; cfr. anche XIII 86 e Pd XX 32, dove si ha incominciommi); in Pg XXXIII 3 il verbo segue le parole pronunciate: ‛ Deus, venerunt gentes '... / le donne incominciaro; con soggetto parole, in Pd IX 83 " La maggior valle in che l'acqua si spanda ", / incominciaro allor le sue parole, " fuor di quel mar che... ".