INDIANA (A. T., 134-135)
Uno dei cinque stati centrali di NE. della Confederazione nordamericana, il più piccolo fra questi per superficie (94.164 kmq.), compreso fra l'orlo meridionale del Lago Michigan, il medio corso dell'Ohio e il Wabash, che lo separa dall'Illinois. Il territorio si presenta in complesso come una zona a debole ondulazione, che passa verso N. e lungo l'Ohio a paesaggio collinare, là caratterizzato da forme glaciali (morene, laghi glaciali), qui da una serie di alture roccios (knobs), rivestite da bosco, che preannunciano il rilievo del vicino altipiano del Cumberland. La diffusione del calcare permette localmente un certo sviluppo di fenomeni carsici, ma l'idrografia superficiale non ne appare sensibilmente alterata. Il suolo, ricco di deposizioni alluvionali, è fra i più adatti alla cerealicoltura, come nel finitimo Illinois, verso il quale si stendono le zone piò intensamente sfruttate; larghe aree sono del pari coperte da praterie. Agricoltura e allevamento sono qui favoriti dalla vicinanza di grossi centri urbani e di mercati d'interesse mondiale (Chicago) e, al pari delle regioni vicine, trovano un incitamento a forme sempre più intensive nelle tendenze industriali che a loro volta si giovano delle larghe possibilità offerte dalle ricchezze del sottosuolo (carbone, petrolio, gas naturale, ecc.). Questo spiega perché da regione essenzialmente agricola l'Indiana si sia venuta trasformando sempre più in stato industriale, con conseguente diminuzione (esodo) dell'elemento rurale (da 31% del 1920 a 25% del 1930) e soprattutto col solito accentuarsi dell'urbanesimo.
Il suolo coltivato rappresenta l'89% della superficie totale; i prodotti più importanti sono, nell'ordine, il mais (nel 1930 circa 50 milioni di ettolitri), l'avena, la segala, il grano, il tabacco, le patate, ecc. Nell'allevamento il primo posto è tenuto dai suini (2,8 milioni di capi); seguono i bovini (1,5 milioni di capi, di cui oltre la metà vacche lattifere), e discreto è anche il numero dei cavalli (circa 1/2 milione) e delle pecore (800 mila).
Il carbone si ricava dai depositi di Clay, Vigo, Sullivan, Vermilion, ecc., il petrolio dai pozzi di Adams, Wells, Jay, Blakford; il valore della produzione annua ha in media oltrepassato, nell'ultimo cinquantennio, i 100 milioni di dollari, di cui 1/4 per il solo combustibile. Le industrie più prospere sono le alimentari e le metallurgiche; queste ultime hanno avuto un impulso potente dopo l'impianto a Gary, sul lago Michigan, di alti forni fra i più colossali del mondo (producono in media da soli un quantitativo pari ai 3/4 di quello francese). Nei circa 5 mila stabilimenti dello stato trovano lavoro poco meno di 300 mila operai. Lo smaltimento dei prodotti è facilitato da una densa rete di vie di comunicazione, fra le quali le acquee (canale Erie, Wabash, Ohio) tengono ancora un posto notevole.
La popolazione dell'Indiana, che all'epoca della costituzione dello Stato (1816) contava appena 140 mila ab., è cresciuta con ritmo rapidissimo dopo il 1840 circa: toccava quasi il milione di ab. nel 1850; superava i due milioni nel 1890; 2,9 milioni nel 1920; e nel censimento del 1930 saliva a 3.238.503 ab. (densità 34,2). L'ultimo decennio è contrassegnato da un aumento piuttosto debole (10,1%), inferiore alla media complessiva dell'Unione (16,1%). Fra gli allogeni che entrano nella composizione della popolazione i Tedeschi appaiono prevalenti (24,8% dei nati all'estero nel 1920); gl'Italiani vi rappresentano il 0,4% circa.
Cinque centri urbani superano i 100 mila abitanti: oltre Indianapolis (364.161 ab.), la capitale e la città più popolosa, Fort Wayne (115 mila ab.); South Bend (104 mila); Evansville (102 mila), il più importante porto fluviale dell'Ohio e grande mercato di generi alimentari; Gary (100 mila ab.). Quest'ultima data appena da un venticinquennio.
Storia. - Durante l'ultimo quarto del sec. XVII cacciatori, commercianti e missionari gesuiti vennero dalla Nuova Francia a esplorare la regione a nord del fiume Ohio, ora nota sotto il nome di Stato d' Indiana, e allora in possesso degl'Indiani Miami e Wabash. Tuttavia solo nel secondo decennio del sec. XVIII i Francesi cominciarono a erigere dei forti per tenere sotto il loro dominio questo territorio; il più importante di essi era il Forte Vincennes, eretto nel 1731, che divenne il nucleo della prima colonizzazione permanente nell'Indiana. La regione nel 1763 venne ceduta dalla Francia all'Inghilterra; tolta poi agl'Inglesi da Giorgio Rogers Clark e dai suoi compagni della Virginia (1778-1779), venne a far parte degli Stati Uniti in virtù dei patti del trattato del 1783. Organizzata come un territorio separato nel 1809, Indiana fu ammessa nell'Unione il 7 novembre 1816. La sua popolazione, che era cresciuta rapidamente dopo la guerra del 1912, proveniva da tutte le parti del paese: i coloni delle parti settentrionali erano emigranti della Nuova Inghilterra e degli stati atlantici centrali, mentre le contee meridionali erano popolate dagli emigranti delle regioni schiaviste del sud. L'Indiana parteggiò per il governo di Lincoln durante la guerra civile; ma vi erano molti che simpatizzavano con la confederazione, e la politica locale era turbata dal lavorio delle società segrete che erano contrarie alla causa dell'Unione. Mentre, per una generazione dopo la guerra civile, non vi era molta differenza di forze fra il partito democratico e quello repubblicano, nel sec. XX le elezioni hanno dimostrato un'inclinazione crescente a favore dei candidati presidenziali repubblicani.
Bibl.: W. H. Smith, The History of the State of Indiana, Indianapolis 1897; L. Esarey, History of Indiana, Indianapolis 1915-18; J. B. Dunn, Indiana and Indianans, Chicago 1919; S. S. Visher, Economic geography of Indiana, New York 1923.