IMPERFETTO, INDICATIVO
L’imperfetto indicativo è un tempo verbale che indica un’azione avvenuta nel passato e considerata nel suo svolgersi, nella sua durata, senza riferimento al suo inizio, alla sua conclusione o al suo scopo.
L’imperfetto indicativo svolge diverse funzioni.
• Descrive un’azione evidenziandone lo svolgimento (imperfetto descrittivo)
Camminavo sotto la pioggia da ore
• Descrive un’azione ripetuta o abituale (imperfetto iterativo)
Faceva sempre colazione con pane e burro
• Descrive un’azione cogliendone gli aspetti più dinamici e degni di essere raccontati (imperfetto narrativo o storico o cronistico)
All’improvviso prendeva la pistola e apriva il fuoco
In questo caso, l’imperfetto ha lo stesso valore del ➔passato remoto, dato che descrive un’azione puntuale conclusa, senza legami con il presente.
• Descrive un’azione non portata a termine, ma soltanto progettata, desiderata o temuta (imperfetto conativo)
Per poco non vincevamo il campionato
• Esprime una richiesta o un desiderio nel presente, in modo educato e dimesso (imperfetto di modestia o attenuativo)
Mi scusi, volevo domandarle una cosa
• Nella protasi e/o nella apodosi del ➔periodo ipotetico dell’irrealtà (III tipo), esprime un fatto che non è successo (imperfetto irreale o ipotetico o controfattuale)
Se me lo dicevi, non sarei venuto
Se me lo avessi detto, non venivo
Se me lo dicevi, non venivo
Si tratta (specie nell’ultimo caso) di usi propri del parlato e dello scritto informale, sconsigliabili quando la situazione comunicativa richiede un uso sorvegliato della lingua.
• Descrive un’azione avvenuta in un mondo inventato, ed è tipico dei racconti di sogni e di universi di fantasia come quelli creati dai bambini nei loro giochi (imperfetto onirico e ludico)
Allora andavo su Marte e incontravo Giulio Cesare
• Descrive, come il condizionale passato, un’azione futura in un contesto di eventi passati (imperfetto prospettivo)
Mi disse che Giulia partiva per la Scozia il giorno dopo.
Per ragioni etimologiche (latino amabam), nell’italiano antico e a lungo nella tradizione letteraria, la 1a persona singolare dell’indicativo imperfetto era uguale alla 3a
Io era tra color che son sospesi (D. Alighieri, Inferno)
Senza accorgermi, mi trovava fuori di casa (U. Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis).