Indice dei libri proibiti
Catalogo (Index librorum prohibitorum) degli scritti condannati dalla Chiesa cattolica in quanto contrari alla fede o alla morale. Il problema si pose con la diffusione della stampa e Innocenzo VIIl, nel 1487, con la costituzione Inter multiplices, si espresse sulla necessità di arginare la stampa e la diffusione di libri nocivi alla fede o scandalosi; il papa prevedeva un esame obbligatorio da parte della Chiesa di tutte le opere destinate alla pubblicazione, la concessione esplicita del permesso di stampa (imprimatur), la distruzione dei libri non autorizzati e pene per autori, editori e lettori. Fu Paolo IV a far pubblicare il primo, rigorosissimo, Index librorum prohibitorum redatto dall’autorità centrale. In seguito al Concilio di Trento, Pio IV ne pubblicò uno nuovo, meno severo (1564). Nel 1571 Pio V istituì la Congregazione dell’Indice, che ne curò più di 40 edizioni, finché venne soppressa (1917) e le sue competenze passarono al Sant’Offizio. Dal 1966 esso non ha più valore giuridico di legge ecclesiastica; l’approvazione dell’autorità ecclesiastica è richiesta solo per alcuni tipi di pubblicazioni (testi e versioni della Sacra Scrittura, libri liturgici, catechismi ecc.).