Indie olandesi
Ex possedimento dei Paesi Bassi, formato dalle Grandi isole della Sonda (Giava, Sumatra, parte di Borneo, Celebes), dalle Piccole isole della Sonda (Bali, Lombok, Sumbava, Sumba, Flores ecc.), dalle Molucche e dalla parte occid. delle isole di Timor e Nuova Guinea. Per garantire il commercio, soprattutto delle spezie (Isole Molucche), contro la concorrenza degli armatori spagnoli e portoghesi, si costituì la Compagnia olandese delle Indie orientali, che seppe convalidare anche con le armi l’influenza olandese (1602); in seguito l’insediamento di un governatore generale (1610), la vittoria riportata sugli Inglesi, la fondazione di Batavia (1619) e più tardi il monopolio del commercio col Giappone (1641) e la conquista di Ceylon (1657), fecero della Compagnia la dominatrice incontrastata di quei territori fino all’acquisizione dei possedimenti della Compagnia da parte della Repubblica Batava nel 1799. Caduto Napoleone, si volle restaurare la potenza coloniale del nuovo regno dei Paesi Bassi; ma le resistenze del governatore dei possedimenti inglesi di Sumatra, T.S. Raffles, che in concorrenza con Batavia aveva fondato Singapore (1819), cessarono solo nel 1824, quando Gran Bretagna e Paesi Bassi stipularono un patto che delimitava le reciproche zone d’influenza, restituendo Sumatra alla Corona olandese. Con la Costituzione liberale del 1848, il governo delle I.o., dal diretto dominio del re, passò sotto il controllo del parlamento. Aperto il commercio con tutte le nazioni (1854), abolite le colture forzate, cessarono anche gli attriti con la Gran Bretagna; lunga e sanguinosa fu però la guerriglia contro i pirati dell’Atjeh, terminata solo alla fine dell’Ottocento. Lo sviluppo del movimento nazionalista dagli inizi del sec. 20° portò alla formazione (17 ag. 1945) della Repubblica indipendente d’Indonesia.