INDIFFERENZA
. Come termine filosofico, il concetto d'indifferenza appartiene essenzialmente all'etica, e in particolare alla dottrina del volere e della sua libertà: ma ha diverso significato a seconda che quest'ultima è, nel senso greco, libertà dall'azione, o, nel senso cristiano e moderno, libertà dell'azione. Nel primo senso essa è l'adiaforia (ἀδιαϕορια, indifferentia) dell'etica cinico-stoica, e cioè la caratteristica che propriamente possiedono le cose in quanto "indifferenti" (ἀδιάϕορα) e quindi incapaci di muover la volontà da quello stato di immota "apatia" in cui consiste l'autarchia (αὐτάρκεια "autosufficienza", e non, in questo caso, αὐταρχία "dominio di sé"); ma che di riflesso viene a contraddistinguere anche il sapiente, in quanto slegato dalle cose e quindi concluso nella sua divina perfezione. Questo carattere d' "indifferenza", che, svalutando affatto il mondo a cui si dirigerebbe l'azione, libera la volontà dal bisogno stesso di agire, è naturalmente proprio della concezione cinica, che alle cose non dà altro prezzo al difuori di quello che gli attribuisce l'ingenua aspirazione o avversione dell'uomo. Ma resta poi essenziale anche alla concezione stoica (nonostante il completo capovolgimento che il suo panteismo e fatalismo razionalistici importano rispetto a quella svalutazione) almeno dal punto di vista dell'adiaforia che il saggio, spettatore di un mondo perfetto e perciò a lui egualmente estraneo, deve serbare rispetto ad esso e rispetto ai moti passionali che vorrebbero intervenire a farglielo variamente giudicare e sentire. Nel secondo senso, l'indifferenza è quella di cui si parla nelle formule scolastiche dell'arbitrium indiffentiae o della libertas indifferentiae, e cioè quelle in cui la libertà del volere è concepita come assoluta indifferenza da motivi d'azione, pura possibilità di scelta in alternative in cui ciascun membro non ha alcuna ragione oggettiva di esser preferito all'altro. Concezione, quindi, in cui culmina il motivo della libertà dell'azione così come in quella cinico-stoica trionfava l'ideale della libertà dall'azione; e in cui la libertà resta di fatto così astratta e indeterminabile, da non poter passare all'azione allo stesso modo che non aveva ragione di passarvi l'altra.