INDIGETI
. Dei Indigeti (di indigĕtes) furono chiamate dagli antichi Romani le più vetuste divinità della loro religione, in contrapposto agli di novensides, cioè a quelle aggiuntesi in tempo più recente (indigetes = indigenae, cioè proprî del luogo; novensides, da novus e inses, cioè venuti più tardi a prendervi dimora). La distinzione rimase sempre di fondamentale importanza nel rituale romano. La formazione di due distinti gruppi di dei si operò evidentemente quando (probabilmente nel corso del sec. VI), chiusasi la serie degli dei indigeti, non si ammise più in essa alcuna nuova divinità, e gli dei accolti in seguito nella religione ufficiale di Roma andarono così a costituire la categoria dei novensidi.
Per quanto non sia possibile ricostruire con sicurezza la serie originaria degl'indigeti, il seguente elenco non si allontana forse molto da quello primitivo: Anna Perenna, Carmenta, Carna, Ceres, Consus, Diva Angerona, Falacer, Faunus, Flora, Fons, Furrina, Ianus, Iuppiter, Larenta, Lares, Lemures, Liber, Mars, Mater Matuta, Neptunus, Ops, Pales, Pomona, Portunus, Quirinus, Robigus, Saturnus, Tellus, Terminus, Veiovis, Vesta, Volcanus, Volturnus. II nome di indigetes dato a queste divinità non deve però trarre in inganno col suo significato etimologico; in realtà non poche di queste divinità, benché appartenenti al più antico stadio della religione romana, sono pur esse di provenienza straniera, specialmente etrusca e greco-italiota.
Bibl.: G. Wissowa, De dis Romanorum indigetibus et novensidibus disputatio, Marburgo 1892 e in Gesammelte Abhandlungen zur Relig. Staatsgeschichte, Monaco 1904; W. Warde-Fowler, The Roman festivals of the period of the republic, Loindra 1899; G. Vaccai, Le feste di Roma antica, 2ª ed., Torino 1927; J. B. Carter, The Religion of Numa, Londra 1906; G. Wissowa, Religion u. Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 18 segg.; F. Altheim, Griech. Götter im alten Rom, Giessen 1930; passim; R. Peter, in Roscher, Lexicon der griech. und röm. Mythologie, II, coll. 129 segg.; G. Wissowa, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., IX, col. 1332 segg.; E. De Ruggiero, in Dizionario epigrafico di antichità rom., IV, p. 50.