indignados
s. m. pl. Movimento sociale di protesta sorto nel 2011 a Madrid per promuovere una partecipazione democratica più ampia contro la crisi economica e finanziaria.
• Ma i cittadini, non solo a sinistra, temono che a pagare saranno le politiche sociali e il welfare. I primi a reagire, con netta contrarietà e la richiesta di referendum, sono stati proprio gli indignados. La mobilitazione non è stata sinora incisiva, forse anche perché momentaneamente indeboliti dal flop organizzativo e comunicativo delle proteste per la visita papale, (Ettore Siniscalchi, Europa, 3 settembre 2011, p. 5, News Analysis) • Iglesias ha tutta l’intenzione di replicare in Spagna, nelle elezioni politiche di dicembre, il successo ottenuto da Tsipras. Dopo aver raccolto in un movimento organizzato la protesta di piazza degli indignados ha conquistato, nelle elezioni europee del 2014 e nelle amministrative dello scorso maggio, i voti per mettere in crisi quarant’anni di bipolarismo socialista-popolare. (Luca Veronese, Sole 24 Ore, 22 settembre 2015, p. 4, Mercati globali) • L’unità dei partiti costituzionali ha come corollario l’isolamento di Podemos, la formazione degli «indignados» che pur rifiutando la secessione unilaterale sostiene il diritto dei catalani a esprimersi in un referendum legale, il che è piuttosto ambiguo. (Sergio Soave, Avvenire, 20 ottobre 2017, p. 5, Primo piano).
- Dallo spagn. indignados.
- Già attestato nell’Unità del 16 maggio 2011, p. 28, Economia (G. Ves.).
> indignati.