Indonesia
Il più vasto arcipelago della Terra
Quarto Stato al mondo per popolazione, l'Indonesia, gigante ignorato, occupa una posizione geografica eccezionale, tra Oceano Indiano e Oceano Pacifico. Una terra ricchissima, duramente sfruttata come colonia e oggi in alcune zone sovrappopolata, che sta cercando di migliorare le condizioni dei suoi abitanti, tra difficoltà, contraddizioni e successi
Distesa su un arcipelago che occupa 5.000 km di mare sull'Equatore, tra Oceano Indiano e Pacifico, tra Asia e Australia, la Repubblica d'Indonesia è un paese immenso, con una popolazione che solo Cina, India e Stati Uniti superano. Delle sue 14.000 isole, appena 1.000 sono abitate: le più vaste sono Borneo e Nuova Guinea (solo in parte indonesiane), Sumatra, Celebes e Giava; famose sono poi le Molucche, isole delle spezie, e Bali, meta del turismo internazionale.
Le principali pianure del paese si trovano sul versante orientale di Sumatra e nella metà meridionale del Borneo; ma qui domina la foresta equatoriale, ricchissima di specie vegetali e animali. Gran parte del territorio è montuosa, anche nelle piccole isole.
Il clima è ovviamente equatoriale, caldo e umido, ma la circolazione atmosferica (monsoni) provoca comunque una differenza stagionale. Tutte le isole hanno precipitazioni abbondanti e moltissimi corsi d'acqua navigabili, anche se in genere brevi.
L'addensamento di abitanti è fortissimo a Giava, malgrado la fitta presenza di vulcani e la frequenza dei terremoti; qui troviamo quasi 1.000 ab./km2, più della metà della popolazione totale, e tutte le principali città: l'enorme capitale Giacarta, Bandung e Surabaja, primo porto indonesiano. Invece è scarsa la popolazione altrove, specie nel Borneo e nelle Molucche.
Nell'arcipelago si sono verificate migrazioni antiche e recenti: Malesi, Indiani, Arabi, Cinesi hanno soppiantato i primi abitanti, che sono presenti ancora nella Nuova Guinea. La lingua nazionale è una variante del malese, la religione dominante è quella islamica.
Nel Novecento la popolazione ha avuto una crescita fortissima che negli ultimi decenni sta rallentando. Come negli altri paesi che sono stati colonie (colonialismo), il problema dell'Indonesia è che l'aumento di abitanti non è sostenuto da una crescita sufficiente della ricchezza prodotta.
Destinato dagli Olandesi solo a produrre minerali e prodotti di piantagione, il territorio indonesiano è ricchissimo: il suolo dà legnami pregiati, caucciù, riso, frutta tropicale, cacao, caffè; il sottosuolo petrolio, gas, carbone, stagno, manganese, nichel, metalli preziosi. Tutti prodotti esportati, a prezzi sempre troppo bassi rispetto ai prodotti industriali dei paesi avanzati (spesso fabbricati proprio con quelle materie prime).
La ricchezza sta aumentando da circa vent'anni, da quando cioè sono entrati in produzione i giacimenti di petrolio e l'Indonesia ha avviato l'industrializzazione; il costo del lavoro è talmente basso che molte aziende estere hanno deciso di aprire stabilimenti in Indonesia o di utilizzare lavoratori indonesiani. I settori industriali più importanti sono quelli tessile, chimico, delle calzature, metallurgico e meccanico.
Molte isole attirano turisti grazie alle bellezze naturali, all'interesse delle ricche culture locali ‒ che si esprimono in un artigianato giustamente famoso ‒, agli importanti monumenti storici e al folclore.