indurre (inducere)
Il comune significato di " consigliare ", " persuadere ", oltre che in Cv I IX 7, II VI 4 e VII 11 e 12, appare assai evidente in If XIII 51 mi fece / indurlo ad ovra ch'a me stesso pesa, e XXX 89, nelle tardive recriminazioni di mastro Adamo, che i conti Guidi indussero a batter li fiorini, " feciongli battere fiorini sotto il conio del comune di Firenze, ch'erano buoni di peso ma non di lega " (Anonimo).
In due passi il medesimo campo semantico appare forzato verso un " costringere ", " obbligare ", come in Cv IV XXII 12 si puote inducere [questo seme] [n]el suo processo, sì che perviene a questo frutto, e If XII 87 necessità 'l ci 'nduce, di lettura (il conduce; m'induce) ed esegesi controverse; ma cfr. Petrocchi, ad locum.
Numerose attestazioni conosce l'accezione di " arrecare ", " portare ", sempre in contesti figurati: Vn XXI 6 [la donna] fae gentile tutto ciò che vede, e questo è tanto a dire quanto inducere Amore in potenzia là ove non è, e XXXIX 6 alcuno dubbio non potessero inducere le rimate parole ch'io avea dette; così in due passi del Convivio, di cui uno notevole per la massima sentenziosa (Degna di molta riprensione è quella cosa che, ordinata a torre alcuno difetto, per se medesima quello induce, I III 1), l'altro per il desueto rapporto tra la forma verbale e il significato filosofico (propriamente " arrecare influssi "): la terza similitudine [tra i cieli e le scienze] si è lo inducere perfezione ne le disposte cose (II XIII 5).
Significato affine al nostro " rivolgere " (l'" arrecare ", " portare " riferito agli ‛ occhi '), in Rime CIII 28 ov'altri gli occhi induca. Più intensa sfumatura in Pd XIX 119 Lì si vedrà il duol che sovra Senna / induce [" cagiona ", Scartazzini], falseggiando la moneta, / quel che morrà di colpo di cotenna.
Il costrutto pronominale è in Rime LXXXIII 121, dove il non s'induce a ira per parole vale " cede ", " Si lascia andare ". In altri passi (Cv II II 7 ne la quale [parte] s'inducono a udire ciò che dire intendo; XI 5 diverse persone... in essa [canzone] s'inducono a parlare, e Pd XII 34 Degno è che, dove è l'un, l'altro s'induca) domina il valore di " venire introdotto ", " essere chiamato come partecipe ", comune negli scrittori classici (basti ricordare, col Tommaseo, Orazio Sat. I II 22 e Cic. 0ff. III IX 38).